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La camorra fa affari a Parigi

Di Francesco Piccinini il . Campania, Internazionale

City of Blinding Lights, in loop, in testa, ogni volta che il pilota annuncia che siamo in fase di atterraggio e la Tour Eiffel entra nei venti centimetri del mio finestrino. Guardo quel serpente che passa accanto Notre Dame e mi sento a casa. Dall’alto, Parigi è stupenda, immobile. La sua grandeur ti esplode in faccia, il bianco dei suoi monumenti è accecante, ti lascia senza fiato. Parigi è prostituta: si dà in un attimo, e poi ti lascia. Cabin cruise prepare for landing, il comandante fa il suo annuncio, ripongo il portatile e lo sguardo mi cade, di nuovo, fuori dal finestirno.

Vedo la peripherique che le corre tutta intorno e la separa dalla periferia, un muro di cinta a sei corsie. Urbanistica segregazionista, come a Johannesburg, qui si chiama Peripherique, lì M1, ma l’idea è la stessa tenere al di là delle mura i barbari, banlieusards autorizzati a entrare solo per lavorare, accuratamente nascosti gli occhi del turista. Dentro le mura due milioni d’abitanti, fuori quasi dieci. Dodici milioni di persone che si affannano, quotidianamente, in un città che è, per estensione, dieci volte più piccola di Roma.

Dodici milioni di vite all’ombra di una delle regioni più ricche al mondo. Parigi da sola produce il 5 per cento del Pil dell’Unione europea, una cifra che si aggira intorno ai cinquecento miliardi di euro. Anche Londra impallidisce nel confronto con i suoi “soli” duecentosessantaquattro miliardi. Un fiume di denaro ininterrotto, troppo per non destare l’attenzione delle organizzazioni criminali di tutto il mondo”.

Inizia così il mio capitolo sulla Camorra a Parigi. Ne parlo in «Strozzateci Tutti», un’antologia sulle mafie scritta da 23 autori. Mafia, ‘ndrangheta, camorra. 23 punti di vista sul male che attanaglia il sud. Ma anche il racconto di come si sia espansa e abbia conquistato Parigi. La narrazione del mio “Titta Di Girolamo” che mi mostra i locali che pagano alla camorra e mi raccontra di Cosimo Di Lauro che aveva la sua Lamborghini parcheggiata qui.

Vedere la Camorra con i propri occhi nella City of Blinding lights è come un salto all’indietro al quartiere dove provengo, solo che qui non ci sono Alessio e Raffaello, né cammorristi con le Punto al Nos ma uomini “vestiti” che bevono champagne e cantano Edith Piaf. Una camorra diversa ma che non rinuncia all’arroganza e alla prepotenza… Quel secchio pieno di ghiaccio versato sulla pianista vuole ribadire che quel locale è roba loro e anche se siamo a Parigi, anche se chi suona è una donna di 60 anni conosciuta in tutto il Quartiere Latino dai tempi della Parigi – Paname, non c’è barriera. Il locale è loro, anche lontano dai loro fortini si sentono sicuri. I guardaspalle sono fuori la porta e osservano, pronti ad intervenire alla minima reazione. Il proprietario, un vecchio francese, guarda con gli occhi tristi: non può fare nulla…

Così la camorra si espande. Oggi Napoli, Caserta, sono solo il trampolino di lancio. La sfida sono le città dove ci sono i soldi. E Parigi è il cuore economico dell’Europa.

(I ricavati di Strozzateci Tutti, sono devoluti ad AgoraVox per il progetto di spostare la redazione da Parigi a Scampia)
 

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