Al via la Carovana internazionale antimafie
E’ giunta alla sedicesima edizione la Carovana antimafie promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico. Nata nel 1994 da un’idea dell’Arci Sicilia, per mantenere vivo l’impegno antimafia all’indomani delle stragi del 1992, la Carovana mantiene un profondo valore di memoria e impegno. Un viaggio di 96 giorni che parte simbolicamente da Roma e abbraccia l’Italia intera. 123 tappe, alcune delle quali anche in Francia, Svizzera, Albania, Bosnia, Bulgaria e Serbia. Un percorso dei diritti di 17.440 chilometri. Con alcune significative tappe salienti. Potenza, ad esempio, dove il 19 marzo si celebrerà la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime delle mafie.
L’Aquila, città distrutta dal terremoto, dove nei furgoni saranno caricati i detriti, frutto della devastazione e della ricostruzione mancata, da portare simbolicamente a Torino, la capitale dell’Unità d’Italia. «I 150 dell’Unità d’Italia – sottolinea don Luigi Ciotti nel corso della conferenza stampa di presentazione – sono 150 anni di presenze criminali nel nostro Paese, ma anche 150 anni di uomini e donne che lottano contro le mafie». «L’Italia – aggiunge il presidente di Libera – non è divisa, è diseguale. Sono le diseguaglianze a creare divisione». La mancanza di diritti, la scarsità di lavoro, la corruzione dilagante e la presenza oppressiva delle mafie, sono questi alcuni degli elementi che in questi 150 anni hanno reso l’Italia un paese “diviso”.
«Le politiche sociali – continua Ciotti – devono essere la piattaforma per il rilancio del nostro Paese. Un impegno quotidiano che con la Carovana si fa viaggio». Sono aumentati, in questi sedici anni, i “compagni di viaggio” della Carovana. Associazioni, sindacati, istituti bancari come Banca Etica. Segno, questo, dell’importanza di un viaggio che serve a mantenere viva la memoria e che, al contempo, aiuti a mantenere alta l’attenzione. Le mafie infatti continuano a prosperare. «La Carovana – dichiara Piero Grasso, Procuratore nazionale antimafia – è un veicolo importantissimo per diffondere la cultura dell’impegno e della solidarietà». Grasso, scelto come “padrino” dell’edizione della Carovana, sottolinea l’importanza dell’impegno dei giovani nella lotta per la legalità. Lo stesso impegno dimostrato dalle popolazioni del Sud per contribuire a formare l’Italia unita.
«L’Unità d’Italia – commenta Grasso – nasce anche dalla ribellione delle popolazioni del Sud. Garibaldi trovò un popolo pronto a seguirlo». «Tuttavia – continua il Procuratore – le promesse di riforme al Sud non sono state realizzate. Da ciò deriva la Questione meridionale ancora oggi aperta». «Dopo sedici anni – aggiunge Paolo Beni, presidente dell’Arci – ci sono mille motivi per mobilitarsi contro le mafie. C’è ancora un enorme bisogno di ripartire in Carovana». Dal primo marzo al 4 giugno, l’Italia si rimette in marcia con un messaggio positivo: «Sconfiggere le mafie è possibile».
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