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Umbria, narcomafie e economia globale

Di Andrea Gerli il . Umbria

Entrare in contatto con i giovani, con le loro energie, comunicare i valori utilizzando il loro linguaggio. “Le narcomafie nell’economia globale e regionale”, l’incontro organizzato da Libera Umbria, grazie all’impegno del presidio scuola “Giuseppe Rechichi”, aveva fra gli obiettivi proprio i valori fondamentali che dall’etica dell’individuo alla sua dimensione sociale si oppongono alla cultura mafiosa sottesa al traffico e al consumo di stupefacenti. L’incontro è stato moderato dal giornalista perugino Fabrizio Ricci, e ha visto intervenire Davide Mattiello, dell’Ufficio presidenza di Libera, Manuela Mareso, direttrice di Narcomafie,  e Andrea Chioini del Tgr Umbria.
 
«E’ importante capire cosa comporta il consumo di droga, il sistema in cui si inserisce e la cultura di cui è portatrice», ha sottolineato Manuela Mareso. «Non tutti gli anelli della filiera del narcotraffico sono malavitosi – ha continuato – ma alimentare questo mercato significa arricchire solo i narcotrafficanti, perpetuando i soprusi e lo sfruttamento verso chi non ha alternativa, come i poveri agricoltori. Dietro questo mercato c’è una cultura di violenza e di morte».

Come ha sottolineato anche Davide Mattiello, che ha opposto a questa cultura un’etica di responsabilità e di legalità. Un’etica che era ciò che l’incontro voleva far conoscere agli oltre 400 studenti provenienti dai licei di tutta l’Umbria. I veri protagonisti dell’evento. Come i ragazzi del Liceo classico A. Mariotti di Perugia, che probabilmente non immaginavano, che il loro lavoro avrebbe fatto scendere qualche lacrima tra i presenti. Hanno letto le loro frasi contro le mafie, contro l’illegalità, contro la droga. Hanno accompagnato le loro letture con musica, hanno cantato le loro canzoni contro la cultura di morte che si cela dietro il mercato degli stupefacenti. 

Infine hanno inscenato l’ormai celebre scena tratta dal film “I 100 passi”, di Marco Tullio Giordana, in cui Peppino Impastato percorre con il fratello i 100 passi che dividevano la loro casa da quella del boss Tano Badalamenti. Il contributo dei ragazzi è finito tra le note dell’omonima canzone dei Modena City Ramblers, con tutta la platea, commossa,  a seguirli. Musica, recitazione e tanto altro ma l’incontro è stato anche un momento per imparare qualcosa di nuovo sulle mafie. A partire dalla storia, dai secoli scorsi per arrivare ai giorni d’oggi, analizzata nei lavori degli studenti del liceo scientifico G. Galilei di Perugia, alla sintesi sul ruolo e sul potere delle narcomafie nella società contemporanea proposta dagli studenti dell’istituto tecnico G. Bruno di Perugia. Passando poi per gli interventi mirati e incisivi della direttrice di Narcomafie, la prima rivista scientifica sul tema della criminalità organizzata e del narcotraffico edita dal Gruppo Abele e da Libera.

E poi la testimonianza, concreta, di chi ogni giorno racconta per il servizio pubblico radiotelevisivo come Andrea Chioini, giornalista umbro della Rai. In questa regione i fenomeni di illegalità  si incrociano spesso con dati di cronaca che impongono una nuova responsabilità del mondo dell’informazione in Umbria ma anche della società civile che deve essere sempre più attenta e vigile. L’Umbria è una regione in cui di certo non c’è una mafia aggressiva e radicata, ma è una terra che per la sua tranquillità ha attirato e continua ad attirare le attenzioni delle organizzazioni criminali italiane e straniere. La criminalità organizzata ricicla denaro sporco, ha interessi nell’edilizia e negli appalti pubblici, nel traffico di esseri umani, così come in quello della droga. 

Proprio dell’Umbria è il triste primato per morti per droga in Europa (2,8 ogni 100.000 abitanti), segno anche di una importanza centrale della regione nelle rotte nazionali dei corrieri, così come il vorticoso aumento dei sequestri di stupefacenti negli ultimi anni. In una regione che spesso si ritiene lontana, quando non immune, da certi fenomeni, è stato significativo il coinvolgimento e l’impegno degli studenti liceali che hanno dimostrato come una nuova consapevolezza sull’argomento stia generando una nuova antimafia in Umbria. Di questo ha parlato Andrea Chioini, del Tgr Umbria, a conclusione dell’incontro, sottolineando come «Il giornalismo locale, per problemi di organizzazione e risorse, non ha la possibilità di fare inchieste, di cercare notizie e di andare più di tanto oltre le fonti ufficiali. Per questo – ha concluso – è importante che i giovani sviluppino una propria sensibilità. Leggendo i giornali ed interrogandosi su tematiche spesso ignorate dai maggiori media». 

Il percorso continuerà il 12 marzo, sempre al Capitini, per un incontro intitolato “Verso la giornata della memoria: adotta una vittima delle mafie” in vista de 19 marzo giornata che Libera promuove in memoria di tutte le vittime della violenza mafiosa e che quest’anno si svolgerà in Basilicata, a Potenza; una “ex isola felice” alle prese con la presenza di mafie e illegalità sul proprio territorio.

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