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Scampia-Secondigliano duro colpo al clan degli scissionisti

Di Luigi Spera* il . Campania

Non era stato ancora inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi, ma solo per una questione di tempo, Domenico Antonio Pagano, 44 anni, il boss degli “scissionisti” di Scampia arrestato questa notte dalla squadra mobile. Per gli investigatori era il reggente del clan. Al vertice dell’organizzazione Domenico Antonio Pagano era stato proiettato, dopo l’arresto del fratello Cesare e di Raffaele Amato, a capo dell’altro ramo degli “scissionisti” avvenuto nella primavera del 2010. Gli agenti della squadra mobile di Napoli, diretta dal vicequestore Antonio Pisani, lo hanno arrestato in un modesto appartamento nel centro di Cicciano, Comune dell’area nolana, dove era nascosto, da solo, da una coppia di coniugi incensurati.

Per loro, al momento, c’ è solo una denuncia per favoreggiamento. Negli ultimi 15 giorni, mentre la polizia stava stringendo il cerchio sul suo nascondiglio, il boss non era mai uscito di casa. «La sua non era una latitanza dorata – ha detto il capo della della squadra mobile di Napoli – ma piena di difficoltà per la pressione degli investigatori». Sposato, padre di due figli che sono però estranei alla sua attività, Pagano era salito al vertice degli “scissionisti”, ormai decimati dagli arresti, anche se ancora saldamente padroni delle piazze di spaccio nel quartiere di Scampia, in seguito ai vuoti apertisi negli ultimi tempi. Le accuse per lui sono di traffico internazionale di droga ed associazione per delinquere di stampo camorristico.

A salutarlo all’esterno della Questura di Napoli mentre veniva trasferito al carcere di Poggioreale c’era solo uno sparuto gruppetto di parenti ed “amici” del clan. «Il suo arresto – ha detto Pisani – non altera gli equilibri nello spaccio di droga a Scampia, dove gli scissionisti mantengono il predominio». Il suo posto al vertice del clan dovrebbe essere preso da Carmine Amato, nipote dei boss Elio e Raffaele Amato, latitante all’estero dal maggio 2009. Gli “scissionisti” di Scampia – secondo gli investigatori – conterebbero ancora su una cinquantina di affiliati dopo la decimazione subita nel 2009 con 109 arresti. Ma la gestione delle piazze di spaccio a Scampia è affidata ad incensurati ed a piccoli pregiudicati, a volte anche ad immigrati, e non agli affiliati, che si limitano al controllo dell’attività.

Il boss Domenico Antonio Pagano non usava cellulari durante la sua latitanza e per i contatti con l’esterno si affidava alla coppia di coniugi che lo ospitava nell’appartamento di Cicciano. Il latitante del clan degli “scissionisti” di Scampia, quando gli agenti della squadra mobile di Napoli, diretti dal vicequestore Vittorio Pisani, hanno fatto irruzione nel nascondiglio non era armato e non aveva documenti di identità, ma era in possesso di una grossa somma di denaro. Secondo la Dda di Napoli l’arresto di Pagano «Concorre a disarticolare completamente il vertice del clan». Nella gerarchia degli “scissionisti” – secondo gli inquirenti – Pagano, attuale reggente dell’organizzazione, oltre a gestire il traffico internazionale di droga comandava il gruppo di fuoco del “Lotto G” di Scampia, che aveva operato nella seconda fase della faida con il clan rivale dei Di Lauro, cominciata nel 2007.

Il clan Amato-Pagano, composto da “scissionisti” dei Di Lauro, è uscito vincente dalla faida, ma nel maggio 2009 è cominciata la sua disarticolazione. Il 18 maggio 2009 in una maxi-operazione della polizia furono arrestati 66 di affiliati agli Amato-Pagano, su 104 colpiti da un’ordinanza del Gip del Tribunale di Napoli. Domenico Antonio Pagano riuscì a sfuggire al blitz della squadra mobile di Napoli, ma gli arresti degli “scissionisti” sono continuati nei mesi successivi. Nell’estate 2010 furono catturati il fratello, Cesare Pagano, il nipote, Carmine, Elio Amato, Lucio Carriola e Marco Liguori.

* da Metropolis

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