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Mafia in Europa,è allarme

Di Cesare Piccitto il . Internazionale

La mafia non è solo una questione italiana. Che il fenomeno sia diventato transnazionale non è solo una ipotesi ma un dato di fatto. A confermarlo le ultime indagini investigative e le recenti iniziative politiche internazionali. «La mafia è un’emergenza europea», ha dichiarato Rita Borsellino durante l’ultimo seminario sulla lotta alla criminalità e alle mafie svoltosi a Bruxelles. «La mafia non ha confini né nazionalità. Credere che si tratti di un problema regionale – prosegue l’europarlamentare – è quanto di più sbagliato l’Europa possa fare». Sulla stessa linea d’onda Libera e Flare, il network di associazioni europee che propone un modello alternativo alla criminalità organizzata a livello continentale.

Flare, nata nel 2008 su iniziativa di Libera e Terra del Fuoco, si pone come obiettivo la cooperazione tra le organizzazioni della società civile nella lotta contro le mafie e le criminalità organizzata transnazionale. Il percorso politicoeducativo proposto da Flare permette agli aderenti di acquisire gli strumenti per esercitare pressioni sociali sui processi legislativi a livello locale ed europeo, per organizzare campagne di sensibilizzazione, per avviare collaborazioni tra le associazioni del network con progetti comuni. Lo scorso dicembre nel cuore del Parlamento Europeo, davanti ad una platea di giovani, Flare, con Libera, ha lanciato una sfida all’Unione: adottare una direttiva comunitaria che possa permettere di utilizzare per fini sociali i beni confiscati alle mafie, come avviene già in Italia. Proprio a Bruxelles, nel corso di un convegno organizzato dai Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, don Luigi Ciotti, presidente di Libera, è stato netto nell’indicare il cammino. Libera e Flare si preparano, tra la primavera e l’estate, a promuovere una raccolta di firme rivolta a tutti i cittadini dell’Unione, per fa si che la Commissione adotti una normativa comunitaria per il riutilizzo sociale dei dei beni confiscati alle mafie. L’iniziativa è possibile grazie al nuovo strumento coinvolgimento diretto dei cittadini introdotto con il Trattato di Lisbona.

Tra le altre richieste avanzate da Libera, Legambiente, Flare e dagli europarlamentari Crocetta e Borsellino, ci sono la definizione europea del reato di traffico illecito dei rifiuti, una legislazione europea per la protezione delle vittime e dei testimoni e collaboratori di giustizia, in modo da tutelarli in tutti gli Stati membri. Infine, un dispositivo legislativo che prenda spunto dalla legge italiana del 416 bis. Una battaglia comune contro una metastasi, quella delle mafie, ormai inevitabilmente europea.

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