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Le responsabilità dell’informazione

Di Maria Rosa Serrao il . L'analisi

Unione cattolica stampa italiana, ha aderito a Libera Informazione, consapevole del percorso di collaborazione per la salvaguardia della legalità ma anche con un tracciato di partecipazione alle iniziative di denuncia dei rapporti tra le forme di malavita organizzata, economica e politica Negli ultimi mesi si sono tenuti numerosi eventi legati ai temi della legalità. Ad esempio non è mancato il grido d’allarme di una terra dilaniata dall’illegalità: la Calabria. Mons.

Nunnari, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha invitato a una riflessione comune chiedendo ai giornalisti di farsi megafono dell’allarme: «Siamo tutti chiamati a costruire una morale comune che abbia in sé gli anticorpi contro la dilagante malattia dell’assuefazione a una situazione che ha retaggi secolari e dinanzi alla quale tutti siamo chiamati a recitare un doveroso mea culpa. E allora insieme si crescerà, insieme si vinceranno le battaglie, ma solo se partiremo dai principi irrinunciabili della legalità e della solidarietà. Le parrocchie calabresi sono sempre più centri di raccolta delle istanze primarie di un popolo che si sente troppo spesso abbandonato».

Ed è così che «Si corre il rischio che il bisogno, la vera piaga della nostra terra, diventi il grimaldello della crimi nalità organizzata per attecchire, come gramigna, sul terreno fertile di una società che è viva e per molti versi migliore di quella di altre parti d’Italia». L’Ucsi Molise a Casacalenda ha organizzato un convegno sul tema “Legalità è/e Santità”, un incontro dibattito sulla legalità, all’Università Kore di Enna, l’ha organizzato l’Ucsi Sicilia presentando il libro dell’imprenditore catanese Andrea Vecchio “Ricette di legalità”. Il volume ha rappre sentato un segnale di speranza e di ottimismo nella lotta al racket, attraverso la scelta di una forma narrativa che alterna un vero e proprio ricettario al crudo racconto dei casi di cronaca.

E l’Ucsi Campania ha promosso a Napoli il forum “Ragazzi di città: libri, educatori e famiglie contro la camorra”, parte di un cammino di riaggregazione dei giornalisti intorno a valori condivisi, scandito da alcune tappe significative, in sintonia con il magistero sociale della Chiesa, sulle responsabilità dei media nei confronti dei bambini. L’incontro ha preso spunto da due romanzi per ragazzi ambientati nel quartiere di Scampia, entrambi narrati in prima persona da un tredicenne; ed è valso a favorire nei più giovani un orientamento alla cittadinanza attiva, secondo un indirizzo presente da tempo nelle linee guida dell’associazione. In quest’ottica si muove anche il premio “Napoli città di pace” che l’Ucsi Campania promuove in collaborazione con l’Università Suor Orsola Benincasa.

«Pace a Napoli significa ripristinare legalità, vivibilità, sviluppo possibile, oltre le emergenze, recuperando radici storiche, culturali, valoriali – ha spiegato la presidente Trotta – e il premio quest’anno si salda a un intenso anno di iniziative di pace e di dialogo che a Napoli non devono mancare». Tutte queste iniziative hanno acceso i riflettori sulle problematiche dell’emergenza educativa, quella relativa alla formazione di una mentalità orientata al bene comune, democratica e partecipativa che s’innesti nell’orizzonte dell’etica e della deontologia.

L’Ucsi ha voluto far emergere la difficoltà a dialogare con l’opinione pubblica, quella che dovrebbe rappresentare la coscienza civile forte della nazione, sede ideale di quell’informazione approfondita che tanta inquietudine genera al potere. In un paese dove però non si leggono più i quotidiani, e una televisione degradata è il principale strumento di informazione, il percorso è tutto in salita.

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