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Se non lo dicono i Tg

Di Norma Ferrara il . L'analisi

Cresce nei cittadini la percezione dell’avanzare delle mafie nel Paese. Eppure i telegiornali non raccontano né la paura, né la criminalità organizzata. Questo uno dei dati più interessanti emersi dal rapporto dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza presentato a Roma dalla Fondazione Unipolis,  DemosΠ e l’Osservatorio di Pavia. L’analisi, giunta alla sua quarta edizione, mette in relazione percezione sociale della sicurezza nei cittadini e la sua rappresentazione mediatica, attraverso il monitoraggio dei maggiori telegiornali nazionali e stranieri.

In Europa sei cittadini su dieci considerano primaria la paura per la crisi economica (89 % gli spagnoli, 34% i tedeschi, 65% gli italiani, 63% i francesi, 51% i britannici) nel “Belpaese” la rappresentazione mediatica della crisi economica e quella percepita dai cittadini divergono radicalmente. “L’anomalia Italia” riserva alle notizie su crisi economica, lavoro e futuro dei giovani, solo il 6 % del totale.

Il rapporto sottolinea, inoltre, che «questa rappresentazione “criminale” non ha relazione diretta con la realtà, né tanto meno con la rappresentazione sociale: i delitti sono addirittura in leggero calo e la percezione dell’insicurezza individuale è scesa progressivamente dopo il 2007 – 08, al termine della campagna elettorale». Invece – scrivono gli analisti dell’Osservatorio – «nel definire “criminalità” si assiste ad una distorsione. Le preoccupazioni dei cittadini si rivolgono vero la criminalità organizzata mentre l’informazione dei Tg enfatizza, in misura evidente, quella comune, occupandosi delle grandi organizzazioni criminali solo in caso di gravi fatti di sangue oppure operazioni particolarmente importanti».

Non solo. Il rapporto mette in evidenza che circa due terzi delle informazioni legate a “delitti individuali” negli ultimi quattro mesi del 2010 sono state trasmesse da Studio Aperto, Tg5 e Tg1 (in totale 1500 su 2300). All’opposto il Tg3 e il Tg di La 7 presentano il numero più basso di notizie, circa 150. A crescere in termini di ascolto non sono dunque i Tg con maggiori informazioni su criminalità e delitti comuni, che perdono audience, ma il Tg di La 7 e il Tg3 (dati dell’Osservatorio di Demos-Coop); capaci di incrementarla attraverso altre notizie e non enfatizzando quelle che rappresentano una scelta a basso costo con massimi risultati.

La 7, in particolare, ha saputo intercettare uno spazio di mercato, in termini di audience, che era rimasto orfano a causa delle scelte dell’agenda setting degli altri media: quello dei giovani interessati alla politica. «Questo – sottolinea nel rapporto il sociologo Ilvo Diamanti – è lo stesso elemento che ha portato al clamoroso successo di “Vieni via con me” il programma condotto da Saviano e Fazio su Raitre».

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