NEWS

Borsellino, un uomo solo

Di Lorenzo Frigerio il . Recensioni

«Tra i tanti
fiori che ho visto in questi giorni lasciati da persone che spesso non
firmavano nemmeno il biglietto come e’ stato in questo caso, ho visto
un bellissimo lilium, splendido fiore il lilium, e sotto c’erano queste
poche parole senza firma: “Un solo grande fiore per un solo grande
uomo solo..Ma io vorrei dire a questo grande uomo, diletto amico, che
non e’ solo, che accanto a lui batte il cuore di tutta Palermo, batte
il cuore dei familiari, degli amici, di tutta la Nazione. Caro Paolo,
la lotta che hai sostenuto fino al sacrificio dovrà diventare e diventerà
la lotta di ciascuno di noi, questa e’ una promessa che ti faccio
solenne come un giuramento».

Sono parole
che fanno emozionare e che commuovono; sono parole che spingono all’impegno
e alla lotta contro la mafia; sono le parole pronunciate da Antonino
Caponnetto durante i funerali di Borsellino ucciso il 19 luglio del
1992 in via D’Amelio con cinque agenti della scorta. Vengono subito
in mente queste parole della “preghiera laica ma fervente” dell’anziano
giudice, quando si legge “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino”
il bel libro scritto a quattro mani da Giorgio Bongiovanni e Lorenzo
Baldo, due validi colleghi che da anni sono l’anima e il motore di
“Antimafia Duemila”, rivista specializzata e fonte inesauribile
per addetti ai lavori e non solo. Vengono in mente queste parole, perché
l’inchiesta giornalistica che i due giornalisti svolgono per restituirci
la vicenda umana e professionale del magistrato – nei mesi che separano
la strage di Capaci, nella quale perse Giovanni Falcone, il collega
e l’amico di una vita, da quella di via D’Amelio – costante è l’attenzione
e il rispetto per i sentimenti e le sensazioni che i diversi protagonisti
della storia vivono.

Il risultato è un libro sui generis, che offre
un significativo affresco umano, prima ancora di una importante ricostruzione
storica di grande valore. Ci sono pagine che fanno venire i brividi,
perché restituiscono l’immediatezza della rivelazione, come quelle
in cui il fratello del magistrato Salvatore racconta la singolare esperienza,
vissuta attraverso il racconto dei tanti che gli parlavano del fratello
e del cammino di fede compiuto dallo stesso nella prossimità dell’attentato
che gli avrebbe costato la vita, tanto da prefigurare un vero e proprio
martirio. O quelle in cui si racconta l’inesorabile conto alla rovescia
verso l’appuntamento con la morte per il giudice e i suoi angeli custodi.

O ancora le testimonianze delle persone che hanno visto Borsellino correre
contro il tempo per dare giustizia all’amico morto da poche settimane.
Fino alle scene strazianti della figlia Lucia chiamata a comporre la
salma del padre e poi a sostenere un esame all’università, come se
la vita continuasse, nonostante tutto.

Il libro fa
anche il punto su una serie di vicende non ancora chiarite e che negli
ultimi anni sono state interessate da nuove rivelazioni che, oggi, sembrano
preludere alla riapertura del processo per la strage del 19 luglio.

Innanzitutto,
si ricostruisce l’incredibile vicenda della sparizione dell’agenda
rossa di Borsellino, con lo sconcertante balletto delle versioni contrastanti
offerte da uomini dello Stato per giustificare le loro mosse in quelle
ore tragiche in via D’Amelio. Fino alla pilatesca sentenza del febbraio
2009 con cui la Corte di Cassazione proscioglie l’ufficiale dei carabinieri
Giovanni Arcangioli dall’accusa di aver trafugato la borsa del giudice
con il suo prezioso contenuto, “per non aver commesso il fatto”,
nonostante vi siano immagini che mostrano al contrario lo stesso allontanarsi
dallo scenario della strage con la borsa in mano.

E poi il depistaggio
fornito dalle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino, il picciotto della
Guadagna, assurto a ruolo di spietato stragista per conto di Cosa Nostra
che, a distanza di anni, verrà sbugiardato da un altro killer,
quel Gaspare Spatuzza.

Si prosegue
con il dettagliato quadro della trattativa – presunta un tempo, ma
ormai certa – tra Cosa Nostra e pezzi deviati dello Stato. Uno scellerato
patto che, più di ogni altra ragione plausibile, resta la causale principale
dell’eliminazione di Borsellino che si sarebbe opposto con tutte le
sue forze.

Si riportano
poi le dichiarazioni di Nino Giuffrè, boss di Caccamo e poi collaboratore
di giustizia, che insieme a quelle rese da altri fuoriusciti da Cosa
Nostra ricostruiscono quegli anni convulsi del passaggio tra prima e
seconda Repubblica, con la nascita controversa di un partito come Forza
Italia e l’impegno politico in prima persona di Silvio Berlusconi.

Altre emozioni
forti il libro le regala quando ci vengono offerte, in una rapida ma
significativa carrellata, le testimonianze delle persone che hanno lavorato
e che hanno amato Paolo Borsellino: ne emerge a tutto tondo lo spessore
morale dell’uomo prima che l’indubbio valore professionale del magistrato.

Chiudono il
libro una bella intervista a Manfredi Borsellino – «Mio padre mi ha
insegnato prima di ogni altra cosa l’umiltà e la riservatezza» –
e lo scambio di lettere tra Vincenzo Scarantino e la vedova del giudice,
Agnese che invita l’uomo a rivelare quanto in sua conoscenza, una
volta per tutte, vincendo ogni ritrosia.

In chiusura,
non resta che fare nostre le parole che Antonio Ingroia, allievo del
giudice ucciso, riporta nella prefazione al libro: «Non è il primo
libro dedicato a Paolo Borsellino e non sarà l’ultimo. Almeno lo
spero. Perché la copiosa letteratura che si è formata spontaneamente
intorno alla sua vicenda umana e professionale testimonia il crescere
di interesse per la figura di questo eroe moderno della nostra democrazia.
Un vero modello di vita da proporre ai nostri giovani, davvero alternativo
rispetto ai modelli devianti spesso imposti dall’imperante semplicismo
mediatico, tutti imperniati sulla furbizia, la prevaricazione, l’indifferentismo
etico e l’egoismo morale».
 

Lorenzo Frigerio 

Giorgio Bongiovanni

Lorenzo Baldo

GLI ULTIMI
GIORNI DI PAOLO BORSELLINO

Aliberti Editore,
Roma 2010

pp. 363 € 
16,50

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link