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Crotone: minacce al Sindaco

Da Il Crotonese il . Calabria

Peppino Vallone, ascoltato la mattina di lunedì 24 dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ha escluso la necessità di applicare qualunque forma di protezione nei suoi confronti. Non è detto che i tutori dell’ordine la pensino allo stesso modo, ma è sintomatico della “serenità” con la quale il sindaco di Crotone – che è andato ed è tornato dalla Prefettura tranquillamente a piedi – sta affrontando, pur non sottovalutandola, la seconda intimidazione personale subita da quando guida l’Amministrazione comunale.

Certo è che incendiandogli  l’automobile sotto casa, chi vorrebbe intimidire il primo cittadino della città capoluogo, stavolta, ha compiuto un salto di qualità rispetto alla lettera di minacce (“fatti i fatti tuoi”) con un proiettile inviatagli nell’ottobre del 2009. È stato un forte botto ad attirare l’attenzione di una vicina di casa di Vallone, in via Pergolesi, quartiere Tufolo, una decina di minuti prima della mezzanotte di sabato 22 gennaio.

Affacciatasi e viste le fiamme ha immediatamente chiamato i Vigili del fuoco che dalla caserma di via Gioacchino da Fiore, che si trova nello stesso quartiere, sono arrivati sul posto in una manciata di minuti. Ed appresso a loro la prima pattuglia della squadra Volante della Polizia. Lo stesso Vallone, che abita al sesto piano, non si era accorto di nulla ed è stato avvisato dai vicini, assistendo poi direttamente allo spegnimento delle fiamme che avvolgevano la sua auto, una Mercedes classe B.

Che l’incendio sia stato doloso non ci sono dubbi: i pompieri hanno trovato il residuo fuso di una bottiglia di plastica sul sedile anteriore sinistro, quello del guidatore, e si ritiene che contenesse appunto liquido infiammabile. Per posizionarla proprio dentro l’abitacolo, gli attentatori hanno prima infranto il finestrino dello sportello del guidatore. Accesa la miccia il liquido infiammabile ha preso fuoco, le fiamme si sono propagate alla tappezzeria ed il calore ha quindi spaccato il parabrezza ed il tettuccio panoramico in vetro, causando forse il botto udito dai vicini.

Sugli esecutori e sui mandanti dell’atto intimidatorio contro il sindaco, sta indagando la squadra Mobile della Questura, coadiuvata dalla sezione Digos. La pista più battuta è l’attività amministrativa; qualche decisione presa dalla Giunta comunale che non sarebbe piaciuta a qualcuno. Se così fosse, la reazione del sindaco è stata tempestiva: alla sua Giunta – che nel frattempo si era riunita già la mattina di domenica 23 sotto la presidenza del vice sindaco, Arturo Crugliano Pantisano, per esprimergli solidarietà e vicinanza – Vallone ha chiesto di prepararsi a fare il punto su tutti i procedimenti amministrativi aperti ed a dare una forte accelerata per portarli a termine nel più breve tempo possibile. I risultati amministrativi, per il sindaco, così come per i suoi assessori, sono la risposta migliore che si possa dare a chi gli ha bruciato la macchina.

Anche nel 2009 si sospettò che fosse un qualche atto amministrativo, probabilmente legato al settore ambientale, la causa di una serie di lettere ed attentati intimidatori contemporaneamente rivolti verso il sindaco, il suo vice, un dirigente ed un funzionario del Comune. Il 13 ottobre di quell’anno, Vallone si vide recapitare la lettera di minacce di cui si è già detto, mentre il giorno prima, lunedì 12, ma probabilmente solo per un ritardo nella consegna della posta, un’analoga lettera (sempre contenente minacce ed un proiettile di pistola calibro 9×21) era stata recapitata al vice sindaco Crugliano Pantisano (assessore anche all’Ambiente), già destinatario di un’altra lettera anonima nel giugno del 2008.

La stessa sera di quel lunedì dell’ottobre 2009, invece, con una bottiglietta di plastica riempita di benzina era stato appiccato fuoco al cofano dell’autovettura, parcheggiata in via Venezia, del dirigente del settore lavori pubblici, Nicola Artese, che fino a pochi giorni prima aveva diretto anche il settore Ambiente. Lo stesso settore nel quale lavorava pure il funzionario Franco Milito, al quale la notte precedente, tra domenica e lunedì, era stata danneggiata l’autovettura parcheggiata sotto casa.

Chi ha avuto modo di stare accanto in queste ore al sindaco Vallone, racconta di un uomo amareggiato e provato dall’episodio di cui è stato vittima, ma che è rimasto sempre sereno. La mattina dopo l’incendio della sua auto è andato di buon’ora in Questura, accompagnato dai più stretti collaboratori, dove si è trattenuto a colloquio con il questore Giuseppe Gammino per oltre un’ora, ed ha ringraziato le forze di polizia ed i vigili del fuoco per il loro tempestivo intervento.

Inoltre, a tirarlo su di morale ed a scacciare ogni turbamento dalla sua mente, sono stati i numerosi attestati di solidarietà ricevuti. Ed in particolare le dimostrazioni di affetto da parte della gente comune: quei cittadini che incrociandolo per strada gli hanno voluto stringere la mano e lo hanno incitato ad andare avanti.

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