Cittadini preoccupati per crisi economica e futuro
In Europa i cittadini sono fortemente preoccupati per la crisi economica, il lavoro assente o precario e il futuro dei giovani. Queste le priorità assolute che emergono dal Rapporto 2010 dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza – iniziativa di Fondazione Unipolis, DemosΠ, Osservatorio di Pavia – presentato oggi, a Roma nella sede della Stampa Estera. Nonostante ciò giornali e telegiornali delle principali testate italiane rimangono saldamente ancorati a quella che viene definita durante la presentazione del rapporto dal sociologo Ilvo Diamanti “passione criminale”. Una certa tendenza dell’informazione italiana a prediligere il racconto di crimini, meglio se individuali, meglio se avvolti da “eccezionali” aspetti che li rendono particolarmente notiziabili. Potenzialmente replicabili nella rappresentazione mediatica. Nell’analisi dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza, l’anomalia italiana continua ad essere presente. Sebbene non faccia registrare più i livelli alti del 2007 presenta un divario netto fra percezione reale della sicurezza e la sua rappresentazione mediatica. A commentare il rapporto presentato dai ricercatori di Demos e Osservatorio di Pavia e sostenuto dalla Fondazione Unipolis, i giornalisti Enrico Mentana (direttore Tg La 7) e Lucio Caracciolo (direttore della rivista Limes) coordinati dal direttore di Radio 3, Marino Sinibaldi, il sociologo Ilvo Diamanti e il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini.
Cittadini preoccupati dall’avanzare delle mafie ma i Tg no
L’analisi ha posto sotto una lente di ingrandimento i maggiori Tg nazionali e europei, sia delle reti pubbliche che private, analizzando i temi in funzione del numero di notizie, dei fatti legati alla cronaca nera e all’economia. Dal confronto fra i nostri telegiornali e quelli del resto dell’Europa emergono analogie ma anche alcune specificità. Ben sei europei su dieci considerano primaria la paura per la situazione economica (89 %gli spagnoli, 34% i teedeschi, 65% gli italiani, 63% i francesi, 51% i britannici). Questa “emergenza” attraversa dunque, anche l’Italia. Ma nel “Belpaese” la rappresentazione mediatica della crisi economica e quella percepita dai cittadini divergono. Caso unico in Europa. I dati relativi al monitoraggio delle maggiori testate europee dicono che in termini di spazio dedicato, quelli economici e del lavoro occupano, in totale, poco più del 6 % . Il rapporto sottolinea inoltre che «questa rappresentazione “criminale” non ha apporto con la realtà, nè tanto meno con la rappresentazione sociale. E che nel definire “criminalità” si assiste ad una distorsione. Le preoccupazioni dei cittadini si rivolgono vero la criminalità organizzata menre l’informazione dei tg enfatizza, in misura evidente, quella comune. E si occupa delle grandi organizzazioni criminali solo in caso di gravi fatti di sangue oppure operazioni particolarmente importanti.
Solo nei Tg italiani la cronaca nera batte la crisi economica
L’analisi dell’Osservatorio prova a tracciare anche alcune possibili cause che hanno determinato questi effetti sul nostro sistema radiotelevisivo. La motivazione di tipo politico che nel 2007 (in coincidenza con l’inizio di una campagna elettorale) aveva portato a quella che i ricercatori definirono come “bolla mediatica” sul tema dell’insicurezza individuale è venuta meno. Con essa anche questi grandi numeri sulla rappresentazione mediatica della “criminalità comune” si sono ridotti. Rimane comunque ampia la distanza fra i temi dell’economia e del lavoro, oggi molto percepiti dai cittadini italiani e europei, e il costante spazio dedicato ai temi di “criminalità comune e eccezionale”. Nell’ultimo semestre del 2010 a tal proposito un grafico mette in evidenza una ripresa dell’interesse mediatico su questo genere criminale definito “seriale” dovuto all’omicidio della giovane ragazza di Avetrana, Sarah Scazzi. Secondo i ricercatori l’insicurezza globale che coinvolge circa tre quarti della popolazione cresce fra le persone mature e anziena, cresce nel sud e dal punto di vista politico fra gli elettori di centro sinistra. L’insicurezza economica è in crescita in circa i due terzi della popolazione. Influenza le persone di età centrale ed è la prima fra i più giovani: ventenni e trentenni. Infine l’insicurezza legata alla criminalità è scesa in alcune aree del paese, al nord. Ma coinvolge ancora donne e casalinghe e cittadini del Sud. Infine circa un italiano su tre prova “angoscia” ma non sa bene attribuirla a un fattore specifico. «I media in particolare sfruttano questo dato relativo all’inquietudine e al tempo stesso la alimentano – scrivono i ricercatori nella sintesi del rapporto – in un gioco di specchi che si riproduce all’infinito».
Paura e insicurezza non sempre fanno audience: crescono La 7 e Tg3
Non solo dati negativi sulla distanza fra rappresentazione mediatica e percezione reale delle preoccupazioni dei cittadini ma anche un aspetto nuovo. Il rapporto mette in evidenza che circa due terzi delle informazioni criminali negli ultimi quattro mesi del 2010 sono state trasmesse da Studio Aperto, Tg5 e Tg1 (in totale sono 1500 su 2300). All’opposto il Tg3, il Tg di La 7 presentano il numero più basso di notizie sui crimini individuali, circa 150. A fronte di questi dati (non è una conseguenza ma è un aspetto che viene sottolineato) a crescere in termini di ascolto non sono i Tg con maggiori informazioni su criminalità e delitti comuni che anzi perdono audience (Tg1 – Tg5 – Studio aperto) ma il Tg di La 7 e il Tg3, capaci dunque di incrementare l’audience attraverso altre notizie e non utilizzare quello che possiamo definire “una scelta a basso costo con massimi risultati” (leggi qui commento del direttore Enrico Mentana). La 7, in particolare , ha saputo intercettare (come emerge anche da altre ricerche dell’Osservatorio di Pavia) uno spazio di mercato, in termini di audience, che era rimasto schiacciato, dunque soffocato, dalle scelte dell’agenda setting degli altri media: quello dei giovani interessati alla politica. Questo – sottolinea nel rapporto Ilvo Diamanti – è lo stesso elemento che ha portato al clamoroso successo di “Vieni via con me” il programma condotto da Saviano e Fazio su Raitre.
* a cura di Norma Ferrara
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