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Camorra: ordinanza in carcere per avvocato e boss Bidognetti

Fonte: Adnkronos il . Campania

Erano gia’ in carcere rinchiusi per altri motivi ma, nella mattinata di oggi hanno ricevuto in cella un’altra ordinanza di custodia cautelare. Si tratta dell’avvocato Michele Santonastaso, arrestato nei mesi scorsi dai carabinieri, e del suo assistito, Francesco Bidognetti capo dell’omonimo clan attivo nel casertano e rinchiuso in cella da anni in regime di 41 bis. Le ordinanze di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli su richiesta dei pm della direzione distrettuale antimafia sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Caserta nelle carceri di Napoli e Parma dove i due indagati si trovano rinchiusi.

Gli investigatori nel corso dell’indagine hanno fatto uso di intercettazioni ambientali e della collaborazione di numerosi pentiti. I due indagati sono accusati di associazione mafiosa e intralcio alla giustizia, “quest’ultima condotta -spiegano dalla Dda- consistita nell’impedimento della collaborazione di un affiliato del clan, gia’ reggente della fazione Bidognetti Guida Luigi, indotto a non rendere dichiarazioni all’autorita’ giudiziaria”.

Secondo gli inquirenti dell’antimafia coordinati dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico “in particolare il Santonastaso partecipando attivamente al gruppo criminale facente capo alla famiglia Bidognetti e diretto da Bidognetti Francesco, pienamente operante dal carcere ove e’ recluso in regime di 41 bis dell’ordinamento penitenziario ha contribuito stabilmente alle comunicazione delle direttive ricevute durante i colloquio riferendole ai sodali operanti sul territorio e mantenendo continuamente aggiornato il capo per consentirgli di esercitare il potere direttivo”.

In sostanza il legale avrebbe avuto il ruolo di messaggero tra i singoli e i vertici del clan “sfruttando illecitamente -spiega il procuratore aggiunto Pennasilico- sia i mandati difensivi allo scopo conferiti da Bidognetti Francesco sia quelli conferiti da altri capi clan e da affiliati sia reclusi sia latitanti riuscendo in tal modo ad eludere le finalita’ di isolamento del particolare regime e garantire il mantenimento delle alleanze tra diversi clan e famiglie, la persistenza del vincolo solidaristico, il controllo degli affiliati e del relativo comportamento omertoso e reticente assumendone le difese”.

Allo scopo di evitare qualsiasi forma di collaborazione i due indagati avrebbero offerto a Luigi Guida vantaggi consistenti nella assunzione totale del costo della difesa nell’ambito di diversi processi in corso e anche una retribuzione.Secondo gli inquirenti della Dda attraverso i colloqui eseguiti sia in carcere che nel corso dei collegamenti telefonici effettuati nel corso dei processi celebrati in videoconferenza il legale avrebbe contribuito alla tenuta dell’associazione e al mantenimento delle funzioni di vertice di Bidognetti.

Spiegano ancora alla Dda che “il particolare ruolo svolto dal difensore nell’ambito del clan e al servizio del boss da anni detenuto, funzione vitale in quanto necessaria al mantenimento della posizione apicale del Bidognetti e’ stato via via esplicitato nel corso del tempo da numerosi collaboratori di giustizia, alcuni dei quali -proseguono i pm antimafia- come Carrino Anna hanno avuto con lo stesso contatti e rapporti diretti e che hanno recentemente consentito di accertare una gravissima corruzione in atti giudiziari condotta per la quale il legale e’ gia’ stato arrestato ed e’ tuttora detenuto”.

Proprio nell’ambito di questo processo i carabinieri casertani e gli agenti del centro Dia di Napoli hanno notificato avvisi di conclusione delle indagini preliminari anche a Michele Bidognetti, 50 anni, fratello del capoclan Francesco, ad Anna Carrino, 45 anni, ex convivente di Francesco Bidognetti ora collaboratrice di giustizia, Luigi Cimmino, 50 anni, capo dell’omonimo clan attivo nel quartiere Vomero di Napoli, a Natale Alfio Alberto Fichera, 50 anni, perito fonico e ad Augusto La Torre, 49 anni, capo dell’omonimo clan attivo a Mondragone. A Michele santonastaso, Michele Bidognetti, Anna Carrino, Luigi Cimmino e Alberto Fichera viene contestato il reato di corruzione in atti giudiziari mentre a Michele Santonastato e ad Augusto La Torre anche il reato di falsa testimonianza

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