Cna Treviso, la mafia c’e’ anche in Veneto
«La penetrazione delle mafie al Nord e’ un dato di fatto. Come hanno fatto emergere importanti inchieste della magistratura, la malavita organizzata ha da tempo piantato salde radici nell’economia delle regioni piu’ ricche infiltrandosi in molti settori produttivi, in particolare nell’edilizia e nel movimento terra, ma anche nella societa’ e nella politica. Anche il Veneto e la Marca Trevigiana hanno registrato piu’ di un”’anomalia” inquietante e dunque non sono immuni dal rischio di un contagio profondo. Non ci sono infatti isole felici: la mafia non e’ un problema del Sud, e’ un problema anche nostro».
Lo afferma Giuliano Rosolen, direttore provinciale della Cna di Treviso, che coglie l’occasione del dibattito sulla rimozione dei libri di Saviano dalla biblioteca comunale di Preganziol per dire che ”con la mafia non si scherza e che la Cna, come tutte le associazioni datoriali, e’ da sempre impegnata nella difesa delle imprese pulite, che operano nella legalita’ e per la legalita”’.
«La politica locale, al di la’ di qualsiasi steccato ideologico – continua Rosolen – deve tenere alta la guardia sul fenomeno della mafia economica, dando voce a tutti coloro che, con coraggio, spesso a rischio della vita, ne denunciano l’esistenza e i perversi meccanismi di infiltrazione. Se e’ vero che ”nessuno muore se non legge Saviano”, e’ altrettanto vero che negare la presenza della mafia significa lasciarla agire indisturbata e dunque creare i presupposti per l’infezione del tessuto economico, politico e sociale. Un ”lusso” che non possiamo permetterci. Il mondo politico, i partiti, le istituzioni e gli enti di rappresentanza devono vegliare affinche’ cio’ non accada».
La Cna di Treviso chiede dunque ”piu’ responsabilita’ alla politica locale, che non deve perdere di vista il suo insostituibile ruolo di promozione di una cittadinanza consapevole. Promozione che passa soprattutto attraverso la conoscenza e l’informazione e la possibilita’ di accedere liberamente, senza censure, alle fonti del sapere”.
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