Il bavaglio al “Clandestino”
«Consumare le scarpe per andare a raccontare ciò che accade». Oggi si fa molto di rado. Eppure a Modica, i ragazzi de “Il Clandestino” vanno, vedono e raccontano. E questo comporta dei costi: fatica, tempi che si dilatano, rischi di isolamento e denunce. Il primo costo “collaterale” è arrivato venerdì scorso quando l’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa ha annunciato querela per una videoinchiesta pubblicata dalla testata in merito alle condizioni in cui versa l’ospedale di Modica. Il lavoro “Benvenuti all’inferno” metteva in evidenza, documentandola con riprese video, la situazione attuale dell’ospedale: il grado di sicurezza con cui si lavora e lo stato di decadenza degli stessi locali.
La notizia e il lavoro video arriva ad avere l’attenzione della sede Rai regionale (all’interno della trasmissione “Buongiorno mattina”) e del programma nazionale “GT ragazzi” sul servizio pubblico. Dimostrazione, ancora una volta, che quando la notizia c’è ed è ben raccontata non si può ignorare a lungo. Poi c’è lo spazio per il dibattito, le risposte istituzionali, i chiarimenti ai cittadini. E anche questo va raccontato. Ma a quanto pare – almeno sino da oggi – la testata sarà chiamata a rispondere in tribunale di questo esercizio del diritto di cronaca. Tanti gli attestati di solidarietà e sostegno arrivati da altre realtà editoriali locali, come quella giunta dalla vicina Sciclipress.com, sino al coordinamento dell’associazione Libera in Sicilia che nel suo comunicato sottolinea: «constatiamo l’atteggiamento di vera e propria minaccia con cui i vertici dell’Asp di Ragusa intendono predisporre formale querela nei confronti del mensile “Il Clandestino” per le recenti inchieste giornalistiche sulla sanità modicana. Invece che rispondere nel merito delle domande poste dai giovani cronisti. […] Anziché avviare un confronto dialettico, tipico di qualsiasi paese democratico, con chi, come la redazione de Il Clandestino, impegna giovani volontari a vivere il giornalismo come concetto etico e con la schiena diritta, ci si rifugia nello strumento giuridico per spaventare e impedire di esercitare i più elementari diritti di cittadinanza e costituzionali come l’art. 21 della nostra Carta fondamentale».
Libera informazione ritiene centrale l’esercizio del diritto di cronaca svolto da “Il Clandestino” soprattutto in relazione ad un servizio che ha consentito ai cittadini di Modica di conoscere e poter chiedere spiegazioni in merito ad una struttura pubblica di fondamentale importanza come l’ospedale della città.
Trackback dal tuo sito.