NEWS

Tolta la scorta a Giulio Cavalli

Di Lorenzo Frigerio il . Lombardia

«Vi chiedo di non strumentalizzare o amplificare la notizia per rispetto per me e per la mia famiglia che ha già pagato troppo»: è il senso del laconico messaggio che Giulio Cavalli ha voluto lanciare ieri dal suo blog (giuliocavalli.net”>www.giuliocavalli.net), per commentare la notizia della revoca della tutela da parte dell’Ucis di Roma. L’ufficio in questione – Ucis è l’acronimo di Ufficio centrale interforze sicurezza individuale – gestisce in raccordo con le autorità locali i servizi di scorta alle personalità e ai soggetti meritevoli di protezione, per ragioni di incolumità personale. Cavalli, in queste ore, ha ricevuto una comunicazione informale del provvedimento che comporta la cessazione della tutela accordatagli in questi ultimi due anni.

Ricordiamo che le prime minacce all’autore e attore di teatro civile, per il suo impegno culturale, risalgono a più di due anni fa. All’epoca lo spettacolo “Do ut des”, una rappresentazione delle incongruenze e delle tradizioni della cultura mafiosa, viene portato in tutta Italia, grazie alla collaborazione con il Comune di Gela, all’epoca retto dal coraggioso sindaco Rosario Crocetta, oggi europarlamentare in quota Pd. Scritte di morte e oltraggi fanno la loro comparsa davanti al teatro Nebiolo di Tavazzano, nel lodigiano, il teatro di cui Cavalli è direttore artistico dal 2007.

Seguono altri episodi più o meno importanti che, pur nella loro costante gravità, alimentano la tensione quotidiana: per questo viene deciso di accordare la scorta all’artista che, da allora, raddoppia i suoi sforzi e diventa uno dei testimoni più apprezzati del composito fronte antimafia che anima le tantissime iniziative per la legalità in giro per l’Italia. Viene ricevuto al Quirinale nel dicembre 2009, per ricevere la solidarietà dal presidente Napolitano e nel 2010 viene gratificato del premio intitolato alla memoria di un altro uomo di cultura in prima linea contro la mafia, fino a morirne purtroppo, Pippo Fava.

Cavalli, nel frattempo, non esita a esporsi nuovamente con un nuovo spettacolo – “A cento passi dal Duomo” scritto con il giornalista Gianni Barbacetto – e il fiato greve e minaccioso degli uomini delle cosche torna a farsi sentire. La mafia, infatti, non allenta la presa e, una sera, fuori da un teatro milanese, sono rinvenuti ventitré proiettili.

All’impegno culturale, già dallo scorso anno, Cavalli affianca anche quello di natura politica. Si candida infatti per l’Italia dei Valori al Consiglio regionale della Lombardia e ottiene un ottimo riscontro da parte dell’elettorato, con oltre 4.300 voti. Per il partito fondato da Di Pietro, diventa anche coordinatore di Milano città e le sue battaglie diventano sempre più in grado di catalizzare consensi e minacce. Insomma, per chi non l’avesse ancora capito – ciò vale anche per istituzioni lodigiane e non – Cavalli sta rischiando sul serio e da ogni parte del Paese arrivano attestati di solidarietà per chi non esita ad esporsi in prima persona.

Dal suo ultimo lavoro intitolato “Nomi, cognomi e infami” che raccoglie sensazioni e pensieri, raccolti in giro per l’Italia in questi anni e che racconta storie di mafia, ma anche di antimafia, ne nasce anche un libro per Edizioni Ambiente, che diventa l’occasione per presentazioni e dibattiti un po’ dovunque, visto che gli inviti aumentano e Cavalli non lesina il suo impegno. La prossima presentazione è in programma domani sera a Monza, organizzato dal nascente coordinamento provinciale di Libera.

Ora la notizia della revoca della scorta dovrebbe far presagire una certificazione di cessato allarme per Cavalli, ma su questo le notizie sono contrastanti in queste ore concitate. Da un lato ci si augura che sia davvero la fine dell’incubo per lui e la famiglia, ma dall’altra si teme che si tratti di una decisione affrettata.
Oltre alle interrogazioni parlamentari da parte di esponenti del suo partito, Cavalli raccoglie attestati di solidarietà anche da esponenti politici della parte avversa. Il presidente del Consiglio regionale Davide Boni è tra i primi a chiamare il consigliere regionale d’opposizione per portargli sostegno.

Si tratta dello stesso Boni che qualche mese aveva reagito, preannunciando querele per Cavalli, a suo dire reo di infangare il buon nome del Consiglio, chiamando in causa colleghi per le loro poco rassicuranti amicizie con uomini in odore di ‘ndrangheta. Boni e Cavalli si sono trovati, in questi giorni, sullo stesso fronte, nel formulare critiche feroci alla nomina di Pietrogino Pezzano alla direzione della Asl Milano 1: Pezzano, influente manager della sanità lombarda è finito nelle intercettazioni agli atti dell’operazione “Infinito”, dopo essere stato fotografato in compagni di due ‘ndranghetisti a Desio.

In queste ore, si attende una decisione del Ministero dell’Interno: sul piatto le informative fornite dalle autorità locali all’Ucis, attestanti la cessazione del pericolo e la conseguente revoca della protezione fin  qui assicurata.
Da parte sua, Cavalli replica, esprimendo rispetto per le istituzioni e gratitudine per gli uomini delle forze dell’ordine che lo hanno seguito in questi anni: «credo che incagliarsi su questo particolare sia irrispettoso nei confronti dei molti che in prima linea rischiano quotidianamente la propria incolumità: penso ai testimoni di giustizia, ai magistrati, ai cronisti al fronte e a tutti gli uomini di parola (che mi onoro di avere tra i miei amici) e che ho visto troppo spesso dover elemosinare protezione per sé e per le loro famiglie».

Un invito a non buttare benzina sul fuoco, un gesto di civiltà che fa onore a chi comunque mette in gioco la propria faccia e la propria vita.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link