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Messico, donne in trincea

Di Marzia Pitirra il . Internazionale

Messico, stato di Chihuahua, al confine con gli Stati Uniti. Siamo a pochi chilometri da Ciudad Juarez, che con i suoi 4000 morti ammazzati nel 2010 si riconferma la città più pericolosa al mondo. Terra di narcos, dove la legge sembra un’eco lontana, e le uniche regole le dettano gli uomini dei cartelli del traffico internazionale di droga. In questo panorama desolante, gli uomini delle forze di polizia, se non sono piegati dalla corruzione lo sono dalla paura. Hanno abbandonato il campo, nessuno si presenta ai concorsi, hanno rinunciato a importanti carriere.
 Posti che però non sono rimasti tutti vacanti. Cinque donne coraggiose si sono fatte avanti in quella terra di frontiera, perché i paesi dove erano nate e cresciute non fossero abbandonati nelle mani della criminalità organizzata.

Ci sono Veronica Rios Ontiveros e Olga Herrera Castillo, a capo della polizia rispettivamente a El Vergel e a Villa Luz , frazioni del Comune di Samalayuca, a 15 km da Ciudad Juarez. Olga è madre di cinque figli e ha deciso di accettare l’incarico sperando che nel suo paese le cose cambino. C’è il caso eclatante di Marisol Valles Garcia, assegnata al Municipio di Praxedis G. Guerrero e che a soli 20 anni si trova a dirigere 20 uomini e il dipartimento di uno dei paesi più pericolosi della regione di Chihuahua.
 
Tra loro c’era anche Hermila Garcia Quinones, 38 anni, divenuta nell’ottobre 2010 capo della Sicurezza Pubblica nel Municipio di Meoqui. Era stata la prima donna a farsi avanti per quel ruolo così pericoloso e poi le altre avevano seguito il suo esempio. Si sentiva sicura, a capo di circa 90 uomini, non era sola. Invece non ce l’ha fatta. Ha svolto il suo incarico per nemmeno due mesi, perché lo scorso 29 novembre è stata trucidata da un gruppo di uomini armati che le hanno teso un agguato. Inutili le proteste della famiglia per il ritardo con cui le forze dell’ordine sono arrivate sul luogo del delitto, per la svogliatezza delle indagini, per l’assenza di testimoni.
 
Nessuno ha visto, nessuno ha parlato, nessuno ha il coraggio di denunciare per non fare la stessa fine di Hermila Garcia. L’ultima di questo elenco è Erika Guandara, 28 anni, che è stata rapita il 28 dicembre e di lei si è persa ogni traccia. Era rimasta l’unica rappresentante delle legge nella cittadina di Guadalupe. C’erano otto uomini in polizia, sette li ha allontanati la paura, l’ottavo è stato ammazzato. Era rimasta Erika a vegliare per le strade della città, sola ma forte del suo essere donna. Forse convinta che questo l’avrebbe tenuta al sicuro. Ma i signori della droga non guardano in faccia nessuno, soprattutto chi ha il coraggio di sfidare la loro autorità.

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