Lo speciale “La convergenza”
Una radiografia dei Consigli comunali
sciolti per infiltrazioni mafiose. Sono oltre 200 dall’entrata in vigore
della legge nel 1991. In Sicilia, Campania, Calabria, ma anche ne Lazio e
in Lombardia. Mafia e politica si incontrano troppo spesso allo stesso tavolo: dialogano e decidono. Questo il tema affrontato da Libera Informazione
nel supplemento quindicinale al quotidiano ecologista “Terra” lo scorso 15 gennaio.
Politici che vanno in processione dai boss per chiedere
voti in cambio di favori e appalti; clan che controllano le competizioni
elettorali. Consiglieri regionali arrestati, sindaci condizionati. Una
classe dirigente sempre più incline a scendere a patti con il crimine
organizzato. Al Sud così come nel Centro – nord. Dal
“laboratorio siciliano” con una cinquantina di Consigli comunali sciolti per
mafia; alla metastasi calabrese – 46 Consigli comunali azzerati e
numerose inchieste della magistratura che puntano il dito contro una
politica sempre più a servizio dei boss. Non solo in Calabria ma anche in
Lombardia, dove il Comune di Desio si è “auto – sciolto” per evitare il
commissariamento. Prendendo esempio da quanto successo a Fondi, nel
Lazio, i cui amministratori locali sono stati “graziati” dall’inazione
del governo. E poi la Campania, regione che detiene il triste
record di Consigli comunali sciolti per mafia.
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