Morrione: “Non lasciamo soli i colleghi invisibili”
Difesa dei diritti, dell’articolo21 della
Costituzione, doveri di pluralismo e doveri etici. Questi i punti
tracciati da Roberto Morrione, direttore di Liberainformazione
dell’associazione Libera, nel suo intervento all’assise del congresso.
Diritti e doveri cui tutti gli operatori dell’informazione dovranno
attenersi. Ma oltre a questi – ha sottolineato Morrione – ci sono anche
dei debiti che la professione ha verso l’opinione pubblica. “Il nostro
Paese – ha sottolineato – ha la sua economia che diventa sempre più
criminale che esportiamo in tutto il mondo. In questo c’è una
responsabilità politica evidente. Se i politici trasversalmente non
affrontano questo problema, anche la stampa non si muove, in quanto non
affronta la questione con una grande campagna”.
Per Morrione le condizioni per avviare una
campagna stampa su questi temi ci sono, “perché – ha spiegato – le
notizie positive ci sono”. “ Abbiamo avuto i beni confiscati alla
criminalità – ha sottolineato – e tacere su queste azioni positive vorrà
dire tacere anche su quelle negative come la corruzione o il voto di
scambio”. Per il direttore di libera informazione un altro debito da
sanare è quello relativo alla poca informazione sulla avanzata della
mafie al nord. Ed ancora sulla poca attenzione nei confronti dei tanti
giornalisti invisibili che nelle regioni del sud rischiano anche la
vita.
“Costoro – ha continuato – sono colpiti in molti modi, con
attentati, ma anche minacciati dai direttori ed editori, come è successo
poco tempo fa al quotidiano Calabria Ora”. Per Morrione non bisognerà
lasciare soli questi colleghi , colpiti anche da una cattiva legge sulla
diffamazione. “Quest’ ultima – ha detto – è una pistola puntata alla
tempia della libertà di stampa. Il sindacato dovrà battersi per cambiare
questa legge”. Per tale ragione l’associazione Libera ha istituito,
insieme ad altre associazioni e giuristi, un tavolo per modifiche
incisive a tale ordinamento.
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