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Cirò, ai funerali di Lettieri urla di vendetta

Da Il Crotonese il . Calabria

Le urla che invocavano vendetta, prima ancora di evocare il dolore e la disperazione, sono rimbombate a lungo, sinistramente, nella chiesa di Santa Maria de Plateis invasa da un folla incontenibile, quando nel pomeriggio di mercoledì sono stati celebrati i funerali di Salvatore Lettieri, l’agricoltore di 37 anni ucciso due giorni prima a colpi di fucile nelle campagne di Cirò. Una cerimonia pervasa da una tensione altissima, che ad un certo punto ha persino indotto il parroco, don Giovanni Napolitano, a interrompere la funzione: troppo insistente, quasi sacrilega, quella gridata richiesta di un’immediata giustizia terrena, proprio mentre il prete stava invocando il perdono, proveniente dai banchi della chiesa sui quali avevano preso posto i familiari della vittima.

Il parroco li ha ammoniti, le donne soprattutto, che non avrebbe concluso la messa se avessero continuato a urlare il loro desiderio di vendetta. E quando ha ripreso la funzione ha riportato, forse non a caso, la parabola di Caino e Abele, ricordando che al mondo si è tutti fratelli. «Su questa terra siamo tutti fratelli e oggi è morto un figlio – ha avvertito don Giovanni – ma dall’altra parte c’è stato un altro figlio che ha alzato la mano contro di lui». Parole che sembrano riflettere una convinzione comune tra la gente di Cirò: quel delitto sarebbe frutto di un rancore antico, quel sangue che qualcuno ha voluto versare, forse simbolicamente, sulla terra rievoca tempi lontani, quando altro sangue fu sparso a causa di quella stessa terra e a cadere furono uomini di uno stesso nucleo familiare; fratelli, come ha detto appunto il parroco.

Pochi sembrano credere, insomma, che quello di Salvatore Lettieri sia un omicidio di mafia malgrado i trascorsi dell’uomo che, dopo essersi pericolosamente avvicinato alla cosca Farao-Marincola, se n’era discostato dedicandosi esclusivamente al lavoro, alla moglie e ai due figli ancora piccoli. Non lo credono, evidentemente, i familiari di Lettieri se l’altro giorno hanno gridato apertamente il loro desiderio di vendetta prima dentro e poi fuori la chiesa, dove pare fossero assiepati alcuni uomini d’onore.

E, con tutta probabilità, è per questa stessa ragione che il fascicolo sull’omicidio dell’agricoltore resta ancora sul tavolo del sostituto procuratore di Crotone, Daniela Caramico. Segno che gli inquirenti non hanno in mano elementi certi per indirizzare le indagini sulla pista della criminalità organizzata e di conseguenza trasmettere gli atti alla procura antimafia.

Una pista che, al momento, non è stata esclusa, considerati anche i precedenti della vittima; ma che viene vagliata con la stessa attenzione riservata ad altre ipotesi investigative, soprattutto quelle che afferiscono alla sfera personale dell’agricoltore. Già nei giorni scorsi, infatti, i carabinieri della compagnia di Cirò Marina, guidata dal capitano Paolo Nichilo, hanno interrogato familiari e conoscenti della vittima, in particolare quelli che si trovavano nella vigna della Carrocciella quando è stato scoperto il cadavere.

Interrogatori che hanno trovato un nuovo impulso subito dopo i funerali di mercoledì quando sono stati sentiti alcuni tra i più stretti congiunti di Salvatore Lettieri.

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