Mesagne: la Scu alza il tiro
Grazie alle sue rivelazioni era stato possibile un blitz che aveva consentito di colpire duramente la Scu. Qualche giorno dopo una bomba a mano è stata fatta esplodere contro l’uscio di casa dei suoceri del pentito Ercole Penna. Il padre e i fratelli del collaboratore di giustizia lo hanno pubblicamente disconosciuto. La moglie, Angela Biondi, tra l’altro nipote di Pino Rogoli, storico fondatore della Sacra Corona Unita, è l’ unica ad essere protetta. Lei e i suoi genitori erano nel mirino degli attentatori per mettere paura ad Ercole Penna che dallo scorso novembre collabora con la giustizia dopo l’arresto per una serie di estorsioni compiute quale esponente della Scu.
Nelle sue dichiarazioni, tanti nomi ma anche tante omissioni. Forte è la sensazione che altro abbia da raccontare non solo sui suoi ex complici, ma anche su alcuni insospettabili legati alla criminalità organizzata. Al primo piano dell’abitazione colpita dall’ordigno abitava anche il pentito fino al momento del suo arresto. Gli attentatori hanno posizionato la bomba a mano davanti l’uscio, hanno acceso la miccia e si sono allontanati indisturbati. La casa è situata all’estrema periferia di Mesagne, in una zona poco frequentata.
Nessun servizio di controllo era stato previsto e nessuna telecamera era stata collocata nella zona. Al momento dell’esplosione in casa si trovavano i familiari di Ercole Penna. Per tutti solo un grande spavento. Ad avvertire la polizia hanno provveduto lorostessi. Un’azione criminale di inaudita ferocia che poteva provocare una strage considerando sia il luogo sia l’orario in cui è avvenuta.
Chi l’ha commissionata non voleva solo spaventare i familiari del Penna, consapevole che nell’attentato poteva anche scapparci qualche morto che avrebbe dato ancora più clamore al gesto criminale. Ed è proprio sulla figura del mandante che si concentrano le indagini degli investigatori alla ricerca di qualcuno che è sicuramente molto preoccupato delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia e quindi cerca di fermarlo con assoluta violenza. Un’azione efferata, un forte messaggio, non solo al pentito, ma alla città tutta.
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