Gela: “Metropoli della droga”
“Gela può affiancarsi alle grandi metropoli italiane quanto a consumo di sostanze stupefacenti”. L’ammissione giunge direttamente dalla voce del magistrato Lucia Lotti, alla guida della locale Procura della Repubblica.
Un mercato, quello degli stupefacenti, che in città continua ad attrarre non solo volti noti alle forze dell’ordine ma anche veri e propri insospettabili.
“La vendita di sostanze stupefacenti-dice il dirigente del Commissariato di Polizia di Gela Marcello Gatto-è un settore in espansione per un semplice motivo, assicura guadagni che un normale lavoratore non potrebbe mai ottenere”. Solo la scorsa settimana, i carabinieri di Gela hanno fermato quattordici persone con l’accusa di aver assemblato una vera e propria società “parallela”, dedita all’acquisto e alla successiva vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti: dall’hashish alla cocaina. Tra i presunti capi del gruppo, anche una donna, capace, data la sua insospettabilità, di coordinare gli affari che avrebbero legato i gelesi a fornitori attivi nelle province di Ragusa, Catania e Palermo.
“Ovviamente – spiegano i responsabili del Sert di Gela -ad una forte domanda segue una logica risposta dal lato dell’offerta, noi trattiamo casi che uniscono almeno due generazioni, ci sono i giovanissimi delle scuole ma anche adulti”. “L’azione di contrasto non può che continuare-ammette il capo della Squadra Mobile di Caltanissetta Giovanni Giudice-anche perché questo è un business totalmente sganciato dal tradizionale controllo dei gruppi mafiosi, e questa novità non consente di poter disporre di veri punti di riferimento”. A Gela, arriva di tutto ed il consumo non accenna ad arrestarsi. Una dose di cocaina, stando alle conclusioni degli inquirenti, può arrivare a costare fino a quaranta euro: un prezzo decisamente abbordabile che, moltiplicato per la mole di richieste, può assicurare un imminente risultato economico ai nuovi “imprenditori” del settore.
Come ribadito più volte da magistrati ed investigatori, i principali centri di approvvigionamento sono presenti, almeno per l’area gelese, nelle province di Catania e Palermo. Diverse indagini, condotte negli ultimi due anni, hanno ricostruito un’asse di ferro tra Gela e i capoluoghi Catania e Palermo. Non si tratta, nella maggior parte dei casi, di rifornimenti eclatanti: i viaggi da Gela alle altre piazze di spaccio vengono diluiti nel tempo, allo scopo di non dare troppo nell’occhio. “Quello che più preoccupa-ammette un dipendente del Sert-è la costante diffusione dell’uso di sostanze, leggere e non, tra i giovanissimi, che spesso, fiutando l’odore dei soldi, si trasformano facilmente in piccoli spacciatori”.
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