Gela: maxi-sequestro di 25 milioni di euro
Mentre la Dia di Caltanissetta ha provveduto al sequestro di beni per 25 milioni di euro ai danni del giovane imprenditore gelese Sandro Missuto, attualmente in libertà nonostante le indagini relative alle accuse mossegli nell’ambito delle inchieste “Cerberus” e “Compedium”, anche la società romana “Safab s.p.a.” si trova innanzi a nuovi problemi. Stando a fonti sindacali, tutti i cantieri gestiti dall’azienda per conto dell’Anas sarebbero stati bloccati, a causa dell’assenza della certificazione antimafia.
L’accostamento tra il grande gruppo laziale, che si occupa di costruzioni ed importanti appalti pubblici, e le imprese gestite da Missuto è tutt’altro che peregrino. Proprio l’inchiesta “Cerberus”, infatti, ha messo in luce gli stretti rapporti fra queste entità economiche. La “Icam srl” e la “Igm srl”, gestite dall’imprenditore gelese, hanno, in passato, operato come subappaltatrici di fiducia dell’azienda della capitale: tra i lavori più importanti, quelli per la costruzione del parcheggio del Tribunale di Palermo, dell’inceneritore di Bellolampo e di diversi invasi irrigui siciliani.
I magistrati nisseni, però, accusano Sandro Missuto di aver condotto la propria attività nell’esclusivo interesse del clan Emmanuello di Gela. Proprio queste contestazioni, insieme alla vicinanza fra la “Safab s.p.a.” e le aziende gelesi, hanno indotto la Prefettura di Roma ad emettere un’informativa antimafia negativa nel novembre dello scorso anno ai danni della società romana. Verdetto ribadito dal Tar del Lazio in gennaio, quando i giudici amministrativi, chiamati a decidere sull’impugnativa proposta dai legali della “Safab”, hanno sottolineato “lo stretto legame esistente tra il Missuto e il signor Luigi Masciotta, responsabile della “Safab”.
Efficacia dell’interdittiva prefettizia sospesa in marzo dal Consiglio di Stato, in attesa di verificare “se permangano o meno i presupposti per l’emissione dell’informativa antimafia”. Un sodalizio d’affari, quello strutturato dalla “Safab s.p.a.” e dalle aziende di Sandro Missuto, che continua, quindi, ad essere al centro degli interessi della magistratura.
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