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Callipo: «La lotta alla prevaricazione mafiosa può essere vinta»

Di Anna Foti il . Calabria

«Gli imprenditori devono scegliere tra un tumore e la morte immediata. Molti scelgono la malattia perché lo Stato non è in grado di garantire la vita e la libertà». Così il neo commissario di Confindustria Reggio, Pippo Callipo, ha fotografato la realtà imprenditoriale calabrese, in occasione della presentazione del libro di Nino Amadore “Calabria sottosopra”, edito da Rubbettino, al Museo della ‘ndrangheta, bene confiscato e così riutilizzato a Reggio Calabria.  «Non c’è solo la mafia delle intimidazioni e della violenza prevaricatrice ma c’è anche la mafia della penna, di una burocrazia che tarpa le ali invece di incentivare gli slanci imprenditoriali, quella che si macchia della morti occupazionali, lavorative e sociali, ecco perché non condivido la posizione di Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, in ragione della quale si espelle chi non denuncia; piuttosto che escludere e consegnare nelle mani della mafia, preferisco, come ho fatto a Vibo, accompagnare chi ha paura a denunciare».

 Seduto al tavolo con il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, presso il Museo della ‘ndrangheta di Croce Valanidi rappresentato dalla criminologa Grazia Gatto, il nuovo commissario di Confindustria Reggio Calabria, Pippo Callipo, nella sua prima pubblica uscita in questo ruolo strategico per la sconfitta del crimine organizzato mafioso, non risparmia di ricordare il suo passato da imprenditore che ha ricevuto le richieste ma che non ha ceduto, rischiando, soffrendo la solitudine, l’isolamento e l’abbandono da parte delle Istituzioni in tempi non così lontani.  Guida degli imprenditori vibonesi e dal 2001 al 2006 numero uno di Confindustria Calabria, Callipo ora ha accolto la sfida di guidare gli imprenditori reggini in un percorso di legalità che lui ritiene possibile oggi più di ieri.  «Sono fiducioso e ottimista – ha dichiarato – ma so anche che incontri come questo non devono rappresentare degli eventi. Magistratura e imprese devono stare l’uno al fianco dell’altro, senza sosta». La garanzia che si richiede dunque è relativa a quella protezione che altrimenti sarebbe stata, come è accaduto sempre, offerta dai mafiosi. Quella assicurata da uno Stato più credibile, che non faccia sconti ad alcuno.  Un incontro, moderato da Giusva Branca, direttore di Strill.it, in cui lo stesso Pignatone ha parlato di impegno congiunto come persone perbene impegnate e oneste, prima che come rappresentanti dello Stato e del mondo imprenditoriale. 

Ma l’accento è stato nuovamente posto sulla collaborazione fattiva della cittadinanza che non può metaforicamente restare sugli spalti a fare il tifo ma deve partecipare e giocare convintamente la partita contro la ‘ndrangheta «anche perché – ha evidenziato lo stesso Pignatone – le tinte scure e oscure ancora prevalgono».  «Tutti insieme non possono ucciderci – ha incalzato Callipo – noi imprenditori per bene siamo di più». La sfida è invertire la spirale di paura, affinchè ad essere temuto sia uno Stato integro, credibile e forte non solo in termini repressivi ma anche e soprattutto in termini culturali. E lo Stato sono, innanzitutto, i cittadini.

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