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Corruzione e società

A cura di Lorenzo Frigerio il . Ipse dixit

Un primo dato certo deriva dalla constatazione che, specialmente negli anni iniziali di Mani Pulite, i meccanismi propri del diritto penale e del processo penale si sono rivelati gli unici strumenti funzionanti sul fronte dell’illegalità nelle strutture pubbliche, a cominciare – ma non solo – dallo scoperchiamento di un «sistema di corruzione» in precedenza ignorato. Un secondo punto fermo è quello ricavabile dagli intrecci esistenti, soprattutto in determinate zone del Paese, tra corruzione e criminalità organizzata, con la conseguenza che in tali zone i fenomeni del primo tipo possono essere accertati e contrastati soltanto in forza di un efficace impegno contro i fenomeni del secondo tipo, e viceversa. Salvo doversi, tuttavia, precisare che la sensibilità collettiva avverte un’esigenza di difesa sociale dal crimine organizzato molto superiore a quella avvertita di fronte alla pubblica corruttela, rispetto alla quale si è infatti disposti a sopportare dei costi di concreta «ineffettività» del sistema penale che sarebbero, invece, intollerabili sull’altro versante. Da ultimo occorre prendere atto che i risultati concreti dell’attività dispiegata contro la corruzione (anche nel periodo di maggiore sforzo, coinciso con l’emergenza di Tangentopoli a Milano e altrove) sono stati inferiori alle attese, a causa dell’ampiezza della «cifra grigia» dei fatti criminosi scoperti e accertati, ma non sanzionati da condanna definitiva, molto spesso per via della prematura scadenza dei termini di prescrizione. Ciononostante, però, si è diffusa a un certo momento nell’opinione pubblica una singolare sensazione di ipereffetività del sistema penale, concepito quale fattore destabilizzante degli equilibri politici, che ha condotto qualcuno a ritenere addirittura preferibile un minor grado di efficienza degli apparati repressivi, pur di salvaguardare il mantenimento di un determinato assetto dei suddetti equilibri.

Vittorio Grevi, giurista e docente, Pavia 1942/2010
Tratto da: ‘Fenomeno corruttivo e contesto sociale’, prefazione al libro di Piercamillo Davigo e Grazia Mannozzi
, LA CORRUZIONE IN ITALIA, Editori Laterza, Roma – Bari 2007

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