Tangenti, la tassa occulta che impoverisce l’Italia
La corruzione è un fenomeno che altera il sistema economico, legale,
culturale e amministrativo di un Paese. Una tassa occulta pagata dai
cittadini che ammonta, per l’Italia, intorno ai 67 miliardi di euro. Nel
rapporto annuale del network mondiale contro la corruzione, Trasparency
international, che certifica il grado di percezione della corruzione il
Cpi (Corruption perceptions index) il nostro Paese si trova in 67esima
posizione con 3,9 punti, dopo il Ruanda (4 punti) e prima della Georgia
(3,8).
Il 9 dicembre Transparency international ha reso noti i risultati di
un’altra classifica stilata tenendo conto dell’indice che “mappa” in
modo analitico la corruzione nei singoli Paesi. Secondo questo rapporto
in Italia la percentuale di coloro che sono stati concussi o che hanno
pagato tangenti si attesta sul 3,8%, con un coinvolgimento di quasi un
milione di persone. In Italia – come ha sottolineato la Corte dei Conti –
il costo della corruzione è pari al 3% del Pil. La suddivisione per
segmento indica che il 6,4% degli intervistati ha pagato tangenti per
ottenere permessi, per le utilities l’8,7%, per le imposte il 6,9%.
Inoltre c’è un forte incremento nelle transazioni immobiliari (12.9%) e
doganali (13,9%).
Infine, il sistema sanitario (10%) e quello giudiziario, per cui le
risposte affermative arrivano fino al 28,8%. L’associazione spiega poi
che le categorie percepite come più corrotte sono i media (voto 3,3 su
5) le imprese (3,7 su 5) il Parlamento (4 su 5) e il sistema giudiziario
(3,4 su 5). Questo dà la dimensione reale di un fenomeno che, a livello
internazionale, si assesta sui duemila miliardi di dollari l’anno nei
confronti del quale serve agire a livello economico e normativo,
ratificando convenzioni internazionali sulla trasparenza, nel pubblico e
privato ma anche investendo sulla prevenzione.
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