Nomi italiani nei files di Wikileaks
«Silvio Berlusconi sembra sempre più il portavoce di Vladimir Putin in Europa». Lo stretto vincolo tra Putin e Berlusconi e il patto dell’energia Russia-Italia “allarmano” Washington. Nelle comunicazioni tra le ambasciate americane di Roma e Praga e il dipartimento di Stato trapela l’irritazione degli Stati Uniti per la posizione tenuta dall`Italia nel corso della guerra tra Georgia e Russia dell`agosto 2008. Il documento è segnato come “confidenziale” e “noforn” (da tenere nascosto ai non americani, ndr). I diplomatici americani a Roma parlavano di un rapporto, tra Putin e Berlusconi che includeva “regali sontuosi”, remunerativi contratti energetici e un oscuro intermediario italiano che parla russo. In un altro documento pubblicato dal quotidiano spagnolo El Pais si legge che Berlusconi «suscita a Washington sfiducia profonda». Un funzionario americano a Roma, Elizabeth Dibble, lo definisce «incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo». Secondo il documento, il presidente del Consiglio italiano sarebbe “fisicamente e politicamente debole”, perché le “frequenti lunghe nottate e l`inclinazione alle feste” gli impediscono “di riposarsi abbastanza”. Il quotidiano spagnolo fa riferimento inoltre ai “festini selvaggi” del presidente del consiglio italiano. Gli Stati Uniti erano preoccupati per l`accordo fra Eni e Gazprom su South Stream, il gasdotto che collegherà la Russia all`Europa.
Roberto Saviano, invece, è nominato nei colloqui sulla lotta internazionale alla piovra russa. In un documento riservato trasmesso a Washington dall’ambasciata di Madrid si discute infatti dell’infiltrazione delle mafie in Spagna e della capacità delle autorità iberiche nel combattere il fenomeno. La minaccia è soprattutto quella delle cosche provenienti dall’ex Urss, che stanno colonizzando alcune delle località turistiche più famose della Catalogna. Per questo i diplomatici statunitensi offrono collaborazione, soprattutto nella caccia ai capitali sporchi e al riciclaggio: ne discutono con Gerardo Cavero e Fernando Bermejo, rispettivamente procuratore capo antidroga e antimafia di Barcellona. Si parla a lungo della presenza criminale russa in Spagna e degli effetti della cattura del padrino Gennadios Petrov, avvenuta nel 2008, che non ha però diminuito l’afflusso di investimenti sospetti provenienti da Mosca. I nuovi boss – secondo gli inquirenti catalani – sono venuti in Costa Brava come turisti e poco alla volta si sono accorti dell’opportunità offerta dalla debolezza dei controlli e dal fiorire del mercato balneare.
La parte più delicata del colloquio riguarda la corruzione: Bermejo è anche responsabile delle indagini sulle tangenti nella regione. Per questo è lieto della proposta statunitense di contribuire alle inchieste sul riciclaggio. «Bermejo è d’accordo sul fatto che il “denaro parla” e questo è particolarmente vero quando le somme offerte come mazzette sono così. Bermejo ha poi fatto presente che in Italia la mafia è così potente da potere comprare i giudici. Ha aggiunto che lo scrittore italiano Roberto Saviano, famoso per le sue opere sulla mafia, ha commentato che il sistema giudiziario in Spagna è così corrotto che la mafia non ha bisogno di corrompere i magistrati».
Dal sito di Fabio Ghioni, esperto a livello mondiale in sicurezza e tecnologie non convenzionali consulente strategico per diversi organismi governativi e internazionali, apprendiamo altre indiscrezioni sul premier.
Dal sito http://www.fabioghioni.net/
Azzardiamo una traduzione dei cablogrammi di Wikileaks su berlusconi e Gheddafi: “Sappiamo che quando le cose si metteranno veramente male, scapperai in Libia. Gheddafi ti ha già preparato una mega tenda di lusso. Ti sei spianato la via di fuga, e come Craxi prima di te, non ti arrenderai a lasciarti travolgere dalla rovina”. Mittente? Tirando a sorte un nome, tra quelli a cui il sito di Assange non ha mai torto un capello: la CIA. In fin dei conti, si capirebbero fialmente i motivi di un tale legame, e soprattutto degli investimenti miliardari in un paese che non è mai stato particolarmente benevolo verso l’occidente e in particolare verso l’Italia. E si spiegherebbero anche le voci sulla presenza dei servizi segreti libici a Santa Lucia per scovare i nomi dietro un immobile di Montecarlo, mentre in patria si sta raschiando il fondo del barile per trovare risorse inesistenti. Per Berlusconi, l’avvertimento potrebbe suonare particolarmente sinistro, proprio nel momento in cui la necessità di una fuga si fa sempre più prossima: le rivolte studentesche non annunciano mai nulla di buono per i governanti e a marzo, quando la cassa integrazione finirà, non saranno solo gli studenti a scendere in piazza. L’Italia è una prossima candidata al collasso sulla scia di Irlanda e Grecia e non si può dire che il governo abbia fatto granché per alleviare la situazione, pur non essendone interamente responsabile. La catastrofe generale significa, per Berlusconi, la propria catastrofe particolare. E quando infine il parlamento avrà maturato la pensione per i suoi occupanti (proprio come accadde con l’ultimo governo Prodi) e aprirà la crisi, sarà molto difficile avere un’altra possibilità. Al momento di votare, i cittadini non sono quasi mai ben disposti verso chi ha appena governato, sopratto in tempi grami, e sono ormai molti gli alleati ad avergli voltato le spalle. E nel momento in cui non avrà più alcun privilegio istituzionale, vogliamo credere forse che si abbandonerà nelle mani dell magistratura?
Per maggiori info: Il dossier di Peacereporter
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