NEWS

Leggi inadeguate

Di Daniele Pluchino il . Interviste e persone

Piercamillo Davigo è oggi giudice presso la Corte di Cassazione. Nel
corso della sua carriera si è spesso occupato di reati finanziari,
societari e contro la Pubblica Amministrazione. In particolare presso la
Procura di Milano, in qualità di Sostituto Procuratore della
Repubblica. É stato un componente del pool che ha condotto l’inchiesta
“Mani Pulite”. Oltre che nell’ambito della magistratura, il suo impegno
contro la corruzione si estende alla pubblicazione di diversi libri e a
costante impegno civile. É considerato uno dei principali esperti, a
livello nazionale ed internazionale, di prevenzione e lotta alla
corruzione.
 
Consigliere Davigo, partiamo dalla fine: l’approvazione del Ddl
anti-corruzione, che il Parlamento sta esaminando con colpevole
lentezza, potrà rendere più efficace la lotta alla corruzione? La
normativa vigente è carente?

La normativa italiana è inadeguata a fronteggiare un fenomeno grave,
diffuso e complesso come la corruzione. Il disegno di legge in corso di
esame al Senato della Repubblica, pur con qualche spunto utile, non
tocca i nodi centrali che impediscono una efficace risposta a queste
forme di criminalità.
 
Quali norme bisognerebbe introdurre e cosa servirebbe, al di là delle norme punitive o volte a prevenire il reato?

Anzitutto
è necessario riscrivere le fattispecie: oggi il reato di corruzione è
legato al compimento o all’omissione di un atto, ma il più delle volte
corrotto e corruttore concordano non l’atto, ma il risultato. Inoltre
l’esistenza della concussione per induzione (nella quale il privato non è
punibile) rende problematica la qualificazione dei fatti. Sarebbe
sufficiente copiare le formule delle convenzioni internazionali. In
secondo luogo è necessario prevedere in tutte le ipotesi la confisca
obbligatoria, anche per equivalente (cioè su beni di pari ammontare) del
profitto del reato, in modo da poterla disporre anche in fase
esecutiva, qualora tali beni, come sovente accade, siano individuati
dopo il passaggio in giudicato della condanna. Oggi la confisca per
equivalente è possibile per il prezzo ma non per il profitto del reato
in capo al percettore, ciò significa che non può mai essere disposta
nelle ipotesi di concussione. La disciplina della prescrizione poi non
consente di portare a termine i processi per corruzione. Infine le pene
non sono adeguate alla gravità del reato. Quanto alla prevenzione è
necessario ripristinare i corpi tecnici dello Stato. Oggi la pubblica
Amministrazione è costretta a rivolgersi a professionisti esterni che il
più delle volte lavorano anche per le imprese e che quindi cercano di
evitare contrasti, anche a scapito del rigore nei controlli e nei
collaudi. Soprattutto è indispensabile dare orgoglio di appartenenza ai
dipendenti pubblici.


E’ vero che i reati di peculato, corruzione e concussione spesso
non sono oggetto di indagine diretta ma emergono mentre si indaga su
altri reati? E’ vero che, in sostanza, non si tengono processi per
corruzione?

La corruzione è un reato a vittima diffusa, in cui nessuno percepisce
immediatamente il danno cagionato a tanti e di solito non si fa davanti a
testimoni. In genere la si scopre facendo indagini su altro, di solito
sulle falsità contabili, ma le modifiche normative hanno reso più
difficile questa strada.
 
Quanto incide sulla diffusione della corruzione l’estensione dei
provvedimenti di emergenza a normali opere pubbliche, attraverso cui la
Protezione civile ha affidato numerosi appalti senza bandire gare?

La riduzione dei controlli e della concorrenza facilita sempre la
creazione di cartelli e pratiche illecite. Peraltro bisognerebbe
effettuare controlli “di prodotto” su ciò che alla fine viene
realizzato.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link