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In viaggio tra gli schiavi di oggi

Di Giovanni Tizian il . Recensioni

«Stai zitto, non ti lamentare, altrimenti vado in Questura a denunciarti e ti mandano in Marocco ». Hischam aveva chiesto quello che gli spettava dopo 24 giornate di lavoro, 500 euro, nulla di più. E il datore di lavoro lo ripaga a ricatti e minacce. E’ soltanto una delle storie raccolte nel libro “Voi li chiamate clandestini” di Laura Galesi e Antonello Mangano edito da Manifesto libri. Sono storie di ordinario schiavismo, ambientate nelle periferie Sud del Paese. Da Castel Volturno a Vittoria, passando per Foggia, Rosarno e Cassibile, gli autori hanno attraversato i gironi dell’inferno delle campagne dove i migranti dell’Africa e dell’Est sono impegnati nella raccolta delle primizie. Specialità italiane che ci invidiano in tutto il mondo e che arrivano sulle nostre tavole soltanto al termine di un processo offuscato da numerose distorsioni. « Cosa sappiamo della produzione dei pomodori, dei vini doc, delle arance?», si chiedono gli autori nelle prime pagine del libro. «Questi tradizionali prodotti italiani sono spesso il frutto di lavoro nero, malpagato e ricattato», denunciano.

Un’inchiesta giornalistica pura, quella realizzata dai due giovani autori siciliani. Che percorre i sentieri delle vecchie lotte per la terra e mostra quanto poco sia rimasto di quei valori e di quelle battaglie. E’ un Sud invisibile, quello mostrato in “Voi li chiamate clandestini”. Un Sud che interessa al Governo soltanto quando deve garantirsi consenso o mostrarsi duro con i miserabili. Nel libro viene analizzata anche la normativa “ assurda” sull’immigrazione. Una legge che garantisce agli imprenditori un sicuro bacino di manodopera in nero e irregolare. E’ come se per legge fosse garantito l’abbattimento dei costi del lavoro per i produttori agricoli che possono contare su un esercito di migranti, di braccia invisibili. “Clandestini”, appunto, che gli “imprenditori della paura” utilizzano come spauracchio per racimolare voti. Lavoratori e persone con la loro dignità per quanti non si riconoscono nelle fobie propagandate da quegli “imprenditori”. Sfruttamento e umiliazione sono le conseguenze del dominio delle cosche mafiose su quelle terre dove i migranti si spaccano la schiena, costretti a lavorare anche 12 ore al giorno per una paga giornaliera che va dai 20 ai 35 euro.

Cosche mafiose che drenano ogni ricchezza e qualsivoglia possibilità di sviluppo onesto e impongono prezzi bassissimi ai produttori, che a loro volta scaricano i costi sui lavoratori migranti. Nel libro di Laura Galesi e Antonello Mangano sono descritti i meccanismi di corruzione della filiera agroindustriale. Dalla semina al trasporto. I vari passaggi soffrono di distorsioni che fanno aumentare i prezzi della produzione e della commercializzazione. Costi maggiorati anche dal condizionamento mafioso che si ripercuotono sugli anelli più deboli della catena, i produttori e i braccianti. Lavoratori trasformati in veri e propri schiavi, come hanno dimostrato numerose indagini giudiziarie citate nel libro. E bersagli facili dei giovani aspiranti boss che li utilizzano per mostrare il loro presunto onore. Il tiro al “negro” di Rosarno e la strage di Castel Volturno, dove morirono sei migranti, rappresentano l’espressione peggiore di un Sud ostaggio e succube del potere mafioso. Incapace di ribellarsi.

A differenza dei migranti che a Castel Volturno e Rosarno hanno deciso di scrollarsi di dosso l’umiliazione e tornare ad essere persone. Loro si sono ribellati alla dittatura delle cosche, hanno protestato e manifestato lungo le strade dei feudi dei boss. Gli italiani no. Neppure quando a morire erano i figli, i padri, le madri. “Voi li chiamate clandestini” è un reportage giornalistico. Una denuncia sulle condizioni disumane dei lavoratori migranti che subiscono le angherie del mercato sulla loro pelle. E’ un diario dei viaggi che i due giornalisti hanno affrontato per mostrare a tutti che l’inferno esiste. E per vederlo e toccarlo è sufficiente oltrepassare il baricentro del Paese. Oltre il quale le speranze dei migranti in cerca di un lavoro onesto vengono macinate sotto il rullo compressore della competitività economica.

Voi li chiamate clandestini
Galesi Laura; Mangano Antonello
Manifestolibri 2010
€ 16,00
143 p.

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