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Caltanissetta, operazione Redde rationem.

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

Imprenditori e componenti delle famiglie di cosa nostra nissena avrebbero avuto uno stretto rapporto, tutto imperniato sul business dell’edilizia, pubblica e privata. Questo il quadro emerso dall’operazione “Redde Rationem”. «Il collegamento tra una parte dell’imprenditoria e alcune frange criminali – commenta il capo della Squadra Mobile di Caltanissetta Giovanni Giudice – continua a mantenersi, in molti, purtroppo, ambiscono ad un controllo quasi totale del mercato edile e delle forniture e per tale ragione si affidano a soggetti legati alle cosche della zona».

Nel corso dell’indagine, secondo Giudice, sarebbe stato scoperto un meccanismo che consentiva ai gruppi criminali di ottenere il 3% in diversi appalti pubblici e alle aziende “protette” di incassare la fornitura in esclusiva di mezzi e calcestruzzo nell’ambito di cantieri privati, avviati da piccole e medie imprese. «Un problema essenziale che abbiamo riscontrato nel corso delle indagini – ammette Giovanni Giudice – è stato quello della scarsissima collaborazione da parte degli imprenditori vessati, tanto da basarci, in prevalenza, sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e sui nostri riscontri». «L’edilizia – dichiara Ignazio Giudice della Fillea Cgil – è un settore che difficilmente risente di vere e proprie crisi generalizzate, per questa ragione i gruppi criminali fiutano l’affare; il sindacato, grazie anche alla collaborazione delle forze dell’ordine, continuerà a vigilare, la provincia di Caltanissetta non può rimanere in eterno la capitale dell’abusivismo e dell’economia sommersa».

Tra gli obiettivi perseguiti in questi anni, la nascita di albi destinati a racchiudere le imprese di fiducia da utilizzare nell’esecuzione di appalti pubblici. «Bisogna sottoscrivere un codice etico – commenta l’imprenditore Giovanni Saletta, da anni impegnato nella denuncia delle infiltrazioni criminali nell’economia nissena – tutte le società produttrici di calcestruzzo devono evitare forniture in favore di imprese impegnate all’interno di cantieri abusivi che non garantiscono, peraltro, i diritti dei lavoratori». In provincia di Caltanissetta, intanto, aumenta il numero di operai edili che sfuggono ad ogni tipo di controllo. 

«Sono 1.074 – dichiara il componente della segreteria regionale della Fillea-Cgil Ignazio Giudice – i lavoratori che, almeno teoricamente, sono usciti, quest’anno, dal mercato edile nisseno; in verità, la spiegazione di simili fuoriuscite è assai semplice, questi lavoratori proseguono la loro attività senza alcun tutela contrattuale, all’interno di cantieri sconosciuti alle autorità competenti».

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