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Italiani e stranieri? tutti cittadini

Di Graziano Rossi il . Internazionale, Progetti e iniziative

La rivolta di Rosarno, i maltrattamenti nei Cie di tutta Italia, gli arrivi dei clandestini nel nostro Paese, l’intolleranza dei nostri connazionali nei confronti degli stranieri, specie se extracomunitari, lo sfruttamento di altri nei campi di pomodoro pugliesi piuttosto che negli aranceti in Calabria e Sicilia. Sono solo alcuni esempi di quanto l’integrazione degli immigrati in Italia sia non uno, ma almeno due passi indietro rispetto a diversi altri Paesi europei. Si ha la sensazione, purtroppo reale, di quanto si stia scendendo verso il basso, anzi, verso l’alto. Il tasso di razzismo nel nostro Paese infatti invece di diminuire, aumenta. Il che non favorisce qualsiasi straniero che voglia accedere a posti di lavoro in Italia. 

Lo scorso 1° marzo però, qualcosa si è mosso: circa 300mila stranieri sono scesi in piazza per dire basta allo sfruttamento del lavoro, alla violazione dei loro diritti, alle forme di razzismo che colpiscono persone spesso arrivate in Italia con il sogno di una vita migliore. Grazie al passaparola su internet (soprattutto tramite Facebook), la manifestazione ha visto immigrati e italiani insieme per urlare alle Istituzioni e non solo, che l’integrazione in questo Paese si può realizzare. Stefania Ragusa, presidente del movimento Primo Marzo 2010 (nato nel novembre 2009 grazie alla stessa Ragusa e ad altre 3 donne, Nelly Diop, Daimarely Quinterno e Cristina Seynabou Sebastiani) afferma che «viviamo ormai in una società meticcia, nella quale l’immigrazione non deve essere vista come un danno ma come una risorsa per l’Italia».  Non c’è niente di più vero, ma il futuro potrebbe non essere così cupo. 

Citando ancora le parole di Stefania Ragusa in un articolo apparso poco dopo lo sciopero, «il movimento Primo Marzo 2010 si è mosso da queste premesse e mantiene tra le sue ambizioni quella di far capire e interiorizzare questi concetti. A queste condizioni potrà esserci superamento concreto (e non solo “sloganistico” o formale) della contrapposizione tra “noi” e “loro”, tra “italiani” e “stranieri”, una contrapposizione che ci inchioda ancora a posizioni antitetiche».  Nel 2011 si replica: il 1° Marzo del prossimo anno ci sarà nuovamente una manifestazione non violenta dove autoctoni, immigrati, seconde generazioni, grideranno con una sola voce per ribadire che il concetto di uguaglianza deve valere per tutti, soprattutto per chi, umilmente, entra nel nostro Paese per diventare italiano e contribuire alla crescita della terra che li accoglie.  La manifestazione del prossimo anno sarà l’occasione per parlare di immigrazione anche attraverso la scrittura. La casa editrice romana Compagnia delle Lettere, in collaborazione con il Comitato Primo Marzo 2011, ha indetto un concorso letterario aperto a scrittori e/o giornalisti dilettanti e professionisti, italiani e stranieri. I partecipanti dovranno inviare dei brevi testi sul concetto di mixitè e sulla necessità di andare oltre le parole che dividono per trovarne altre, nuove, che uniscano.  I racconti dovranno essere spediti
(entro il 31 Dicembre 2010, 10 pagine al massimo) a redazione@compagniadellelettere.it  e primomarzo2011@gmail.com. I testi selezionati saranno poi raccolti in un volume che vedrà la luce proprio alla vigilia del 1° Marzo 2011 mentre il ricavato dei diritti d’autore (ceduto a titolo gratuito e solo per questa pubblicazione) andrà a finanziare il lavoro del comitato Primo Marzo.  Non resta altro che citare nuovamente Stefania Ragusa: «Il primo marzo però ha dimostrato anche altre cose importanti: che non può esserci copyright sugli strumenti costituzionali e legali di protesta e che nel nostro Paese, nonostante lo sfacelo culturale e il razzismo dilagante, esiste e resiste una società civile reattiva e pronta a mettersi in gioco».   

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