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Mafia, antimafia e informazione

Di Norma Ferrara il . Sicilia

Sei mesi di lavoro, forse di più. Tanto è servito per mettere in piedi “I Vicerè” la puntata della trasmissione “Report” dedicata al sistema deviato, ai comitati d’affari che soffocano la città di Catania. La video inchiesta realizzata da Sigfrido Ranucci, con la collaborazione del giornalista Antonio Condorelli è oggi citata nell’inchiesta in corso sull’editore Mario Ciancio Sanfilippo, direttore – padrone de “La Sicilia”, il quotidiano più letto a Catania. A dare per primo la notizia delle indagini in corso sull’editore Mario Ciancio Sanfilippo sulle pagine de il “Fatto” insieme a Valter Rizzo è ancora Condorelli. Giornalista, free lance, oggi direttore del primo free press della città. Dopo aver provato a rompere il muro del silenzio nazionale sul caso catanese con “Report” oggi anticipa un’altra indagine  «per concorso esterno in associazione mafiosa» a carico di Sanfilippo. L’editore  in una nota nel pomeriggio, ricorda la richiesta di risarcimento civile di 10 milioni di euro e precisa: «se gli autori dell’articolo avessero letto tutti gli atti e i documenti che ho depositato davanti al Tribunale di Roma, avrebbero appurato che non ho mai commesso alcun illecito. Evitando, cosi’, una nuova diffamazione in mio danno». 
Nelle prossime settimane capiremo come andrà a finire. Intanto a Catania, dopo l’inchiesta “Iblis” si torna a parlare di imprenditoria e mafia. Anzi di più, di editoria e criminalità organizzata. «La libertà d’informazione – precisa Condorelli – non è qualcosa che può essere calato dall’alto. Va conquistato ogni giorno, sul campo e i cittadini devono pretendere che venga tutelato il diritto ad essere informati». Come ricorda anche il contatore piazzato sul portale di “Sudpress.it” sono passati 782 giorni, ad esempio, dalla pubblicazione della lettera di un condannato al 41 bis sul quotidiano “La Sicilia” senza che alcun provvedimento. Anche questo i catanesi l’hanno dovuto digerire così.  Ma un aspetto ha caratterizzato Catania, ancor più dei comitati d’affari. La reazione. Più  è stato stretto il monopolio dell’informazione sulla città tanto si è radicato quello dell’informazione spontanea, dal basso. Testate di quartiere, on line o cartacee, fanno riferimento a quello che per tutti è “il direttore”, Riccardo Orioles, giornalista professionista antimafioso, collega di Pippo Fava de “I Siciliani”. Davide contro Golia: in questa battaglia si sono spesi senza risparmiarsi i catanesi che non hanno voluto rinunciare ad un’informazione libera. «L’informazione –  commenta Condorelli, va difesa e pretesa con maggiore forza, soprattutto dai cittadini. «Da sola la legge non basta – afferma Condorelli – a tutelare questo diritto all’informazione. E non possiamo appellarci soltanto ai codici per discernere fra condotte giuste o meno di imprenditori o politici. 
«Non è Ciancio, 78enne imprenditore monopolista, il problema a Catania. Non è solo lui. E’ tutta una società civile che di fronte ad un Presidente della Regione che in una conferenza stampa (guarda qui la conferenza stampa di Raffaele Lombardo) ammette  frequentazioni “in ambito politico” con indagati per mafia dovrebbe avere uno scatto d’orgoglio. Dovrebbe sapere dire basta. E io credo che questo sia il momento».

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