L’osservatorio che non c’era
Da qualche giorno è tornato
online dopo più di un mese di black out l’Observatorio de drogas
de Colombia, sulla cui sparizione una settimana fa era scattato
l’allarme, lanciato da Redattore Sociale sollecitato da Sandro Donati
che da sempre si occupa di monitorare i traffici di droga, e denunciava
la sparizione di uno strumento fondamentale nel contrasto al traffico
internazionale di cocaina. Il sito dell’Observatorio de drogas de
Colombia, raggiungibile all’indirizzo http://odc.dne.gov.co è infatti uno dei maggiori
strumenti istituzionali di monitoraggio della produzione di coca, del
traffico e del contrasto. Dalla metà di ottobre non era più raggiungibile
e come se non bastasse se ne erano perse le tracce anche sui maggiori
motori di ricerca. A questo riguardo possiamo dire che rimane questo
problema e tuttora il sito pur raggiungibile non è facilmente individuabile
tramite motore di ricerca.
La denuncia di Donati a RS
deriva dall’utilizzo costante che il maestro dello sport ne fa per tracciare
documenti di analisi riguardanti il mondo della lotta al narcotraffico.
Ricordiamo, a riguardo, che due anni fa Libera presentava pubblicamente
il dossier di Sandro Donati riguardanti i dati poco veritieri di Unodc
e Stati Uniti sulla produzione di cocaina in Colombia. Dati che sminuivano
drasticamente una produzione annua invero nettamente superiore a quella
dichiarata. Donati arrivo a denunciare la poca trasparenza di quelle
cifre che monitorando accuratamente i dati provenienti dalle autorità
colombiane aveva portato alla luce un dato allarmante: la cocaina prodotta
in un anno secondo i dati di Unodc e governo Usa sarebbe meno di un
terzo di quella realmente prodotta. Il tutto sull’onda del lancio
del Plan Colombia da parte degli Usa volto a combattere il narcotraffico
e l’illegalità nel paese colombiano. Il sito in questione era
utile: notizie, statistiche, fondamentali soprattutto in un momento
in cui (parliamo degli ultimi mesi) erano stati molti i sequestri di
droga in Colombia.
Donati ha denunciato che già
a settembre c’erano state delle avvisaglie con statistiche ferme, segno
premonitore della sparizione che sarebbe arrivata nel mese seguente.
Donati, sempre su RS, motiva il tutto con il possibile momento
particolare che la Colombia sta attraversando: dopo una fase di stasi
nella prima parte del 2010, con sequestri minori che andavano a confermare
i dati Onu e Usa, dal maggio i sequestri sono diventati sempre più
frequenti e consistenti. Di fatto la tanta droga dimostrava come la
Colombia non fosse affatto un produttore di medio calibro ma sempre
la regina inconstrata nella produzione . Un possibile black out per
prendere tempo, ragionarci e capire come agire: avere dati aggiornati
e veritieri avrebbe potuto smentire la posizione da molti assunta che
vede la Colombia come un paese in declino nella produzione. Intanto
anche la politica fa dei passi quantomeno nuovi: il governo nazionale
il 12 ottobre scorso ha nominato Juan Carlos Restrepo Piedrahita, nuovo
Director Nacional de Estupefacientes, nominata voluta dal nuovo presidente
Juan Manuel Santos Calderón. Per il successore di Alvaro Uribe una
nomina necessaria “per ridare trasparenza e credibilità” all’organismo.
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