I boss conquistano la Riviera
Pochi minuti di macchina e da Bordighera si giunge a Ventimiglia. Una inedita e cruciale fase del contrasto alle mafie in Liguria, corre proprio lungo questa manciata di chilometri. Qualche mese fa la decisione del prefetto di Imperia Di Menna aveva avviato la pratica per l’insediamento nel comune bordigotto di una commissione. L’obiettivo? Valutare un eventuale scioglimento per infiltrazione mafiosa. Nei giorni scorsi la dirimpettaia Ventimiglia, invece, ha visto direttamente i Carabinieri entrare in Comune, inviati dalla Dda di Genova ad acquisire documenti su appalti e assunzioni, per una inchiesta ancora coperta da segreto.
Casi che hanno suscitato grande clamore ma anche una malcelata speranza: sono infatti queste indagini, giudiziarie e amministrative, che qui, nell’estremo Ponente ligure, si stanno svolgendo, quelle che potrebbero dare un solido impianto a quanto, da decenni, si sa sulla presenza mafiosa in Liguria. ‘Ndrangheta in primis. Un solido radicamento sul territorio, eletto da sempre a luogo di riciclaggio e strategica base per gestire gli affari e le latitanze. Non stupisce che proprio a Ventimiglia, un tiro di schioppo dal confine, sia insediato il locale storicamente più attivo, compresa la cosiddetta “camera di controllo”, organo interno alle ‘ndrine, deputato a organizzare e coordinare le attività illecite.
La sfida che si gioca a Ponente è quella di dare corpo e sostanza a quanto emerso negli anni sulla struttura ‘ndranghetista presente in Liguria. Attualmente confermata dall’indagine “Il Crimine”, la presenza delle ‘ndrine fa affidamento sugli storici quattro locali (Ventimiglia, Genova, Chiavari, Sarzana) e su nuovi locali minori di appoggio. Il problema ligure rimane quello di riuscire a portare avanti giudiziariamente la grande mole di dati investigativi che si affastella da anni. Già durante il processo, quasi trent’anni fa, all’ex presidente della Regione, il socialista Teardo, emerse la fondamentale opera delle ‘ndrine nel costruire il consenso elettorale. Ora un comune settentrionale, Bordighera appunto, si candida a diventare il secondo comune del Nord, dopo Bardonecchia, ad essere sciolto. Dando corpo e forma a quanti di ‘ndrangheta in Liguria parlando da anni, dimostrando che quegli incendi inspiegabili e quella foschia diffusa, non erano ingannevoli, ma spie di cui in troppi si sono accorti in ritardo.
E poi un giorno, un procuratore coraggioso, ha pensato che non fosse normale che alcuni cittadini, con diversi precedenti importanti, potessero andare da alcuni consiglieri comunali a pretendere qualcosa, in nome di un “presunto” precedente appoggio. Così è nato il “caso Bordighera”, nel cuore del Ponente Ligure, e ora, siamo obbligati, per forza di cose, a prestare molta attenzione a quelli che saranno gli imminenti sviluppi.
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