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Libera alle Istituzioni: più diritti alle famiglie delle vittime

Di redazione* il . Sicilia

«Andiamo a Potenza per dire che c’è un’Italia che vuole verità e per scuotere le coscienze». 

Così don Luigi Ciotti – che domani sera sarà ospite della trasmissione
‘Vieni via con mè, su Rai 3 – ha annunciato alla ‘due giornì antimafia
di Terrasini (Pa) che sarà Potenza la città designata ad ospitare la
16/a giornata della memoria e dell’impegno. L’appuntamento, previsto
per il 21 marzo, è stato organizzato per ricordare, in un lungo elenco,
tutte le vittime delle mafie. La plenaria di due giorni a Terrasini è
stata organizzata dalla rete di Libera, per dare maggiore spazio alle
istanze dei familiari delle vittime della criminalità organizzata.

All’incontro ha partecipato anche il presidente onorario di Libera, Nando Dalla Chiesa che ha aggiunto: “Le polemiche sulla presenza della mafia nel Norditalia sono pretestuose,
ricordano le risposte date dai sindaci siciliani negli anni Settanta,
quando si ripeteva che la mafia non esisteva”. “Il Sud, avendo incontrato prima la mafia, ha
molto da insegnare al Nord che si ostina ancora a negare – ha aggiunto
Dalla Chiesa – proprio ieri il Consiglio comunale di Desio è stato
sciolto per mafia e, nonostante ciò, l’ormai ex sindaco ha parlato di
attacco mediatico, negando la presenza della mafia al Nord”.

La riunione che si è tenuta in Sicilia ha visto la partecipazione di oltre 400 familiari di vittime delle mafie, in rappresentanza di oltre 3 mila famiglie. Insieme dopo una giornata intensa di confronto e lavoro hanno stilato un documento, da inoltrare ai vertici delle istituzioni, e una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, per riconoscere diritti ancora negati ai familiari delle vittime di mafia.  Tra le istanze sollevate dai familiari, quella espressa da Alberto Spampinato, fratello di Giovanni, il giornalista de “L’Ora” di Palermo ucciso a Ragusa il 27 ottobre 1972, a soli 25 anni. “Chiediamo norme di legge come quelle in vigore nei paesi anglosassoni – ha detto Spampinato – dove e’ prevista la cessione dei proventi di opere, come libri, film o fiction che hanno per protagonista un criminale, a un fondo pubblico in favore delle vittime. Vorremmo inoltre un’equa ripartizione dei finanziamenti pubblici, tra opere che raccontano le storie dei criminali e quelle sulle vittime’. I familiari in coro hanno precisato che non si tratterebbe di una ‘par condicio, ma di un’equa distribuzione dei fondi animata dal rispetto dovuto alle vittime’. Il documento di Libera alle istituzioni sollecita un intervento su 3 aree: il tema dei processi, con i procedimenti giudiziari ancora aperti o da aprire, lo studio delle norme italiane ed europee disponibili in materia che possano portare le indagini a un accertamento della verita’; un permesso annuale retribuito di 150 ore per i familiari impegnati in iniziative sulla legalita’ che oggi fanno fronte a queste esigenze, sacrificando le proprie ferie o permessi; infine, la richiesta di revisione della norma di legge che fissa nel 1961 la data per ottenere il riconoscimento giuridico di vittima delle mafie, escludendo dai benefici le famiglie che hanno subito la perdita di un congiunto prima di quella data.

Oggetto specifico della lettera indirizzata al Quirinale, invece, la richiesta di tradurre in legge dello Stato la proposta di riconoscere le 150 ore di permessi come ‘alto valore della testimonianza delle vittime e dei familiari del terrorismo e delle mafie’. Alla due giorni di Terrasini hanno partecipato numerose autorita’, fra cui il questore di Palermo, Nicola Zito.

* Fonte: Libera.it

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