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Mafia, il monito del pm Ingroia: “Sulle stragi ci sono ancora ampie zone buie”

Fonte: Adnkronos il . Senza categoria

“Fortunatamente negli ultimi due anni si sono fatti molti passi avanti e
si sono aperti squarci di verita’, mi auguro che un passo alla volta si
faccia sempre piu’ chiarezza sulle stragi di cosa nostra con ampie zone
buie”. Lo ha detto all’ADNKRONOS il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia dopo i nuovi interrogatori fatti negli ultimi giorni a Roma all’ex ministro della Giustizia Giovanni Conso e al pentito di mafia Giovanni Brusca.
Fu proprio quest’ultimo, l’ex boss mafiosi di San Giuseppe Jato, a
parlare per primo, subito dopo l’inizio della sua collaborazione con i
magistrati dell’esistenza di una ‘trattativa’ tra lo Stato e cosa
nostra.

Ingroia, parlando della richiesta di revisione del processo per la stage
di via D’Amelio che sara’ presto avanzata dalla Procura di
Caltanissetta, spiega: “Uno squarcio di verita’ e’ gia’ emerso grazie al
nuovo collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza.
I colleghi di Caltanissetta hanno fatto indagini serie e rigorose”. E
quando gli si fa notare che la Corte d’Appello di Palermo, nella
sentenza di condanna a 7 anni a Marcello dell’Utri (Pdl)
hanno definito il pentito “inattendibile”, il magistrato replica: “La
Corte d’Appello di Palermo ha fatto una valutazione che non condivido ma
che riguarda esclusivamente le dichiarazioni rese da Spatuzza su
Dell’Utri che sono state ritenute tardive perche’ fatte dopo i 6 mesi
previste dalla legge”.

Poi, Ingroia, che questa mattina partecipa a un convegno organizzato
dal Centro Pio La Torre, parla ancora delle motivazioni della sentenza
di condanna a Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa:
“Nel complesso e’ stata confermata la sentenza di condanna di primo
grado (a 9 anni di reclusione ndr), sostanzialmente conferma tutta la
prima parte dell’impianto accusatorio”. La Corte d’Appello, ha, invece,
ritenuto di non condividere la parte dell’accusa secondo cui ci sarebbe
stato un patto tra mafia e politica grazie a Dell’Utri.

Sempre la Corte d’appello ha definito ‘inattendibile’ anche Massimo Ciancimino
che pero’ non e’ stato sentito nel processo. “Ho qualche difficolta’ a
comprendere come facciano i giudici a definire Massimo Ciancimino
‘inattendibile’ solo in base alla lettura dei verbali. Ovviamente,
comunque, e’ una decisione rispettabilissima”. Infine, commentando
l’intervista fatta ieri dal pentito Francesco Di Carlo ad ‘Annozero’,
secondo cui la mafia avrebbe voluto ‘combinare’ Marcello Dell’Utri, il
magistrato dice e’ una dichiarazione che il collaboratore aveva gia’
reso, era a conoscenza di una intenzione ma non sa se si tradusse in
concretezza”.

Ingroia replica poi al ‘Capitano Ultimo‘, l’ufficiale dei carabinieri che arresto’ il 15 gennaio del ’93 il boss dei boss Toto’ Riina e che ieri sera ha definito la trattativa Stato-Mafia,
su cui indagano le Procure di Palermo e Caltanissetta, “una
pagliacciata”. “Mi pare tutto fuorche’ una pagliacciata, e’ una cosa
drammatica che dimostra che c’e’ un pezzo dello Stato che trattava
mentre c’erano ancora i morti caldi delle stragi del ’92 e del ’93”. Ma Ingroia replica: “Ognuno ha il diritto di dire cio’ che vuole ma
non mi pare che i famigliari delle vittime delle stragi siano d’accordo
con ‘Ultimo’ nel ritenere che la trattativa sia una ‘pagliacciata’”.

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