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Napoli: caos rifiuti. Il Colle chiede chiarimenti sul Dl

Di Gaetano Liardo il . Campania

Ancora caos a Napoli. Tonnellate di rifiuti marciscono per le strade della città. Si rischiano gravi conseguenze per la salute della gente. Sul versante politico, intanto, la confusione aumenta. Dopo le polemiche sul decreto rifiuti, approdato dopo sei lunghi giorni al Colle, la maggioranza subisce un altro contraccolpo. Nel corso della riunione Stato, Regioni e Enti Locali, il Nord dichiara il suo niet ai rifiuti campani. La proposta dell’esecutivo alle Regioni di ricevere la “munnezza” non smaltita dalla città partenopea è stata bocciata. Piemonte e Veneto si tirano indietro. La Lombardia avanza problemi tecnici, Liguria e Marche si sfilano. «Serve l’impegno collettivo di tutte le Regioni», dichiarava ieri Raffaele Fitto.

Un aiuto alla Campania che da sola non riesce a risolvere la crisi. Alle richieste del ministro ha risposto Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni: «Innanzi tutto serve la dichiarazione dello stato di emergenza perchè è di una emergenza che stiamo parlando. E poi – ha aggiunto – il governo deve chiedere formalmente con un atto l’impegno di tutte le Regioni a dimostrazione che tutto il sistema istituzionale viene chiamato a impegnarsi. In queste condizioni siamo pronti, come sistema delle Regioni, a fare la nostra parte ma il governo deve essere il garante». Garanzie che non arrivano. Anzi.

Dopo l’indisponibilità delle regioni del Nord, governate per lo più da Lega e Pdl, è lo stesso Bossi a dettare la linea. «Ci si ribella la gente», ha tuonato il Senatur. «Il problema va risolto dove ci sono i rifiuti – ha aggiunto – non c’è alternativa. Dovunque tu li porti, scateni proteste». Vale a dire che i rifiuti di Napoli li deve smaltire la Campania. Il Nord non si accollerà la “munnezza”. Alle dichiarazioni di Bossi fa da contraltare una nota di Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania: «Alle regione del Nord che dicono No ai rifiuti campani – si legge – ricordiamo che per decenni le nostre discariche hanno accolto i rifiuti tossici provenienti dalle industrie del Nord, come dimostrano le tante inchieste della magistratura». «E’ vergognoso – continua Buonomo – che invece di pensare come risolvere il problema, i rifiuti diventano l’occasione per ricatti e rivalità politiche. Basta che insieme al ciclo integrato dei rifiuti si ristabilisca il ciclo delle “responsabilità”. Non è possibile che pagare siano sempre i cittadini, l’ambiente e il  territorio».  

Reazione dura quella di Legambiente Campania che da decenni lotta contro il dilagare delle ecomafie nella regione. Traffici di rifiuti tossici e pericolosi, devastazione ambientale e affari loschi all’ombra di un’emergenza divenuta normalità. O peggio l’occasione per nuovi business. «E’ assurdo che davanti ad una situazione drammatica – conclude Michele Buonomo – l’emergenza rifiuti in Campania diventa merce di scambio per rivalità politiche e oggetto di  ricatto per una guerra interna alla maggioranza». Il chiaro riferimento è allo scontro tra Mara Carfagna e Nicola Cosentino sulla realizzazione dei tre nuovi termovalorizzatori. Le fibrillazioni interne al Pdl in Campania sono state appianate con un formula “bizantina”. La nomina dei commissari per l’avvio dei lavori spetterà al Governatore Caldoro in raccordo con i Presidenti delle Province di Napoli e Salerno. Una quadratura del cerchio che “garantisce” le posizioni delle due fazioni contrapposte. Al Quirinale, tuttavia, la soluzione non convince. L’ufficio giuridico del Colle, che dopo sei lunghi giorni è riuscito a visionare il decreto, ha sollevato dubbi. Una richiesta di chiarimenti è stata inoltrata a Palazzo Chigi. Rilievi di natura tecnica e giuridica, soprattutto sul tipo di raccordo tra le istituzioni coinvolte.
Intanto mentre la maggioranza annaspa tra le liti, Napoli si prepara ad affrontare un’altra giornata tra i rifiuti.  

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