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La ‘ndrangheta all’Università

Di Anna Foti* il . Calabria

Raccomandati? Sì ma dalla ‘ndrangheta. Le grinfie dell’arroganza mafiosa avrebbero avviluppato anche la dimensione universitaria, secondo quanto emerge dall’inchiesta, evoluzione dell’Operazione “Reale” condotta dalla DDA di Reggio Calabria, eseguita dai carabinieri del Ros provinciale reggino, guidati da Stefano Russo, negli atenei di Reggio, Catanzaro e Messina. Truccati i test di ammissione alla Facoltà di Architettura della Mediterranea e alle facoltà di Medicina dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e dell’Università di Messina. Ma non solo, anche registri di esami falsificati e borse di studio sottratte agli aventi diritto.

A Reggio Calabria 11 persone, tra docenti impiegati e studenti, sono indagate per aver favorito o cercato e ottenuto favori per i giovani rampolli della famiglia Pelle di San Luca, in provincia di Reggio Calabria. In particolare Antonio Pelle, sostenitore di nove esami in soli 41 giorni, prometteva e otteneva favori per sé, per amici e per parenti. Sono falso ideologico e truffe le ipotesi di reato contestate al funzionario amministrativo Roberto Catalano, ai docenti  Giuseppe Fera e Maria Ferrara, al ricercatore Maurizio Paolo Spano’, a Serena Di Guida, Antonio Fondacaro, al dipendente Francesco Mazzacuva, agli studenti Maria Antonietta Morabito, Antonio Eliana e Francesco Pelle. Gli interrogatori hanno avuto luogo nelle giornate di ieri e di oggi. Non tutti hanno risposto alle domande rivolte dai procuratori Michele Prestipino e Ottavio Sferlazza. Sentite anche numerose persone non indagate ma informate dei fatti.

E per fatti si intendono le telefonate ed i contatti finalizzati a truccare gli esami di ammissione, a deviare il normale corso della vita universitaria amministrativa e studentesca per facilitare alcuni. Dalle intercettazioni al vaglio degli inquirenti emerge anche che il noto capostipite Giuseppe Pelle, figlio del defunto capo-bastone Antonio detto ‘Ntoni Gambazza’ di San Luca, morto lo scorso anno, aveva fatto da tramite per altri, da lui mandati dal cosiddetto capo crimine Domenico Oppedisano, ottantenne, arrestato lo scorso luglio. Una vicenda sconcertante, adesso la parola alla magistratura.   

* da Reggio TV

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