Siderno: scacco ai Commisso
Possedevano più di quanto dichiaravano al fisco. Sembra la scena di un film americano ma, grazie a questo particolare, gli investigatori sono riusciti a mettere le mani sul tesoro dei Commisso. 200 milioni di euro tra ville, appartamenti, imprese e società. Incrociando i dati dei redditi dichiarati dal boss Giuseppe Commisso, della moglie, dei figli e di altri appartenenti del locale di Siderno gli inquirenti hanno evidenziato: «Entrate talmente modeste da consentire un regime di vita molto ma molto parco (una media di 6 mila euro l’anno)». Tradito, si legge in una nota diffusa dalla Questura di Reggio Calabria, dal valore dei beni sequestrati. Il Tribunale reggino, che ha disposto il sequestro, ha nominato ben quattro amministratori giudiziari, incaricati di gestire per conto dello Stato il patrimonio del boss.
Giuseppe Commisso è un mafioso che conta. Conosciuto come il “Mastro”, è un personaggio di spessore che: «Riesce ad influenzare la politica di tutta la ‘ndrangheta», come scrivono i magistrati di Reggio Calabria e Milano nell’ordinanza “Il Crimine”. Commisso è il capo del locale di Siderno che con Marina di Gioiosa Jonica, Grotteria e Gioiosa Jonica costituiscono la Provincia Jonica. Il boss muove uomini e soldi in Calabria, nord Italia, Canada e Australia. E’ alla testa di una famiglia per la quale, scrivono i magistrati: «la parola è lo strumento più tenue di un feroce potere col quale dirimere le problematiche criminali, anche quelle più lontane».
La forza e la ricchezza dei Commisso è radicata nel tempo e nella storia criminale della Calabria. La ‘ndrina di Siderno riesce nel giro di pochi anni a trasformarsi da piccola affiliata della cosca Macrì, a potenza egemone nella locride e in Canada. «E’ da oltre 30 anni – si legge in “Crimine” – che la famiglia dei Commisso di Siderno gestisce con profitto innumerevoli attività illecite, anche oltre i confini nazionali; i suoi punti di forza continuano a ruotare attorno agli esclusivi canali di collegamento sparsi in Italia e in vari paesi del mondo». A ingrassare l’ingranaggio gli immensi ricavi del traffico di cocaina in Canada, Europa e Calabria. Le regioni dell’Italia settentrionale sono la macro – area ideale: «Per lo smercio degli ingenti quantitativi di stupefacenti fatti giungere dall’estero». Nord Europa, Usa, Canada e Australia sono: «I principali centri nevralgici ove i rappresentanti della cosca Commisso hanno attecchito con facilità».
In Canada, in modo particolare, il business della cocaina è stato ampiamente sfruttato dai Commisso. Appena preso il potere a Siderno, rimpiazzando il vecchio capo-bastione Antonio Macrì, i Commisso hanno stretto ancor più i legami con le famiglie calabresi in Canada. L’allora boss Cosimo Commisso: «Impresse una svolta decisiva all’orientamento delle attività illegali della cosca – si legge in “Crimine” – forte anche di una fitta rete di parentele e amicizie nel Siderno Group of Crime, tra cui appunto quella con suo cugino Commisso Rocco, avviò un flusso continuo per il traffico di cocaina con Toronto, sfruttando i canali di approvvigionamento con l’Argentina». Le famiglie calabresi in Canada, alleate dei Commisso, avviano così un lucroso business attraverso tre continenti. Imponendo la propria legge in nord America e in Calabria. Scalzando la Sesta Famiglia di Montréal, capeggiata dai boss Siciliani Rizzuto, Caruana e Cuntrera, e imponendo la propria legge anche nella costa jonica della Calabria. Gli arresti e gli ingenti sequestri sono una risposta dello Stato. Basteranno ad indebolire la forza di una famiglia capace di “influenzare” la politica della ‘ndrangheta?
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