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Ventimiglia, Carabinieri in Comune

Di Stefano Fantino il . Liguria



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Impossibile non notare come, negli ultimi mesi, siano state
svariate le notizie sul tema “mafia” accatastatesi sul lungomare
rivierasco di Ponente. Troppe per non potere suscitare curiosità e
per non far presagire che qualcosa di importante, nel contrasto, si
sta muovendo, dopo anni di silenzio. Non dimenticando che attualmente
nel piccolo comune di Bordighera è al lavoro una commissione
prefettizia per valutare un ipotetico, per ora, quanto clamoroso, se
si decidesse, scioglimento per infiltrazione mafiosa. Dista una
manciata di chilometri, Ventimiglia. Punto di riferimento
territoriale, la città lo è da sempre per la ‘ndrangheta, essendo
il locale intemelio considerato da sempre il più attivo e strategico
per la mafia calabrese. Ora, dopo la vicina Bordighera, anche
Ventimiglia vede muoversi qualcosa. Non si sa molto ma lo stretto
riserbo entro il quale si svolgono le indagini non può coprire
quanto è accaduto nella giornata di ieri.

Nel Comune ventimigliese sono stati acquisiti, infatti, diversi
documenti nell’ambito di una inchiesta, ancora coperta da segreto,
coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Genova.
L’operazione, eseguito dal comando dei Carabinieri di Imperia ha
visto i militari entrare negli uffici del Municipio di Piazza della
Libertà per acquisire copie di documenti, nella fattispecie atti
riguardanti appalti, innanzitutto, ma non solo. Quale sia
l’inchiesta in atto non è noto, quindi non è pertanto ipotizzabili
un’eventuale presenza di nomi di amministratori nel registro degli
indagati. Il segnale però è molto forte: dopo il caso Bordighera,
partito da un’inchiesta della Procura di San Remo e da un dossier
recapitato sulla scrivania del prefetto imperiese Di Menna, ora anche
la città di confine potrebbe subire il procedimento amministrativo
della commissione. Si parla, infatti, da mesi, di dossier analoghi a
quello bordigotto, che chiederebbe un’eguale decisione prefettizia
anche per la città di Ventimiglia. Quanto le due questioni siano
collegato non è al momento chiaro, anche se bisogna subito
distinguere tra il procedimento prefettizio che prevede
l’insediamento di una commissione, azione prettamente amministrativa,
e quanto accaduto ieri che presuppone una più intensa azione
giudiziaria, che, qualora venissero riscontrate valide le sue
premesse, potrebbe avviare una fase processuale.

Rimane una certezza: il comune di
confine resta uno snodo cruciale per la ‘ndrangheta, che lo ha eletto
da decenni come porta preferenziale e strategica per la gestione del
suo potere in Liguria. Va da sé che la ormai nota “camera di
controllo” risiede in loco e che la sua importanza non è
certamente calata negli ultimi periodi. Recentemente contatta Anna
Canepa, magistrato della Direzione nazionale Antimafia, peraltro
originaria di Ventimiglia ha avuto modo di ribadire la centralità di
questo organo in seno alla ‘ndrangheta ligure: «Che a Ventimiglia,
quindi nell’estremo Ponente, ci sia un locale importante e rilevante
è assodato e fuor di dubbio. Aldilà dei cambiamenti geopolitici
relativi all’Unione Europea e alla circolazione al suo interno, il
valore strategico della città di Ventimiglia rimane tale. Non a caso
ancora negli scorsi mesi i sono stati importanti arresti in Costa
Azzura, segno che tuttora ci si avvale di determinate strutture per
poter sfruttare appoggi utili a una latitanza». La novità che
emerge da questo blitz è la concreta possibilità che entro i
“confini strutturali” della presenza ‘ndranghetista in Liguria si
riesca a inserire procedimenti giudiziari che riescano a riconoscere
fino al terzo grado di giudizio reati riconducibili al 416 bis.
Toccando quella densa zona grigia che emerge anche dalle ultime
inchieste, dove personale riconducibili ai clan erano soliti
intrattenere rapporti più che amichevoli con esponenti politici,
quando non discutere eventuali appoggi.

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