Quell’ “inciucio” targato Pd
«Il Partito Democratico, in Sicilia, ha messo la testa sotto la sabbia. Non vuol vedere». Claudio Fava, coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, giornalista, commenta così la scelta che il Pd ha fatto appoggiando il governo Lombardo quater. Per Fava, quello fra il Pd e l’Mpa, è un “inciucio” e non un governo tecnico per le riforme.
Lombardo quater. Secondo i responsabili del Pd che hanno scelto di appoggiarlo si tratta di un governo tecnico. Secondo lei?
Non è un governo tecnico, non può esserlo. E’ chiaro che questo, al pari di altri, è un governo di un preciso colore politico, con una maggioranza e un programma politico. Il Partito Democratico ha fatto questa scelta: entrare nel governo Lombardo quater, con il pretesto che questo sia l’unico governo possibile per fare le riforme.
Sarà un pretesto ma le riforme le stanno facendo?
L’ultimo governo Lombardo è in carica da due anni e non c’è nemmeno l’ombra di una riforma. In principio alcune mosse furono guardate con interesse persino dalla Cgil, ma in seguito tutto si è fermato, non c’è programmazione. Faccio alcuni esempi. Il punto centrale sul quale si è fatto un gran parlare come fiore all’occhiello di questa nuova azione di governo, la Sanità, al di là delle responsabilità politiche ha svelato una nuova “lottizzazione”, una sostituzione di un sistema di potere preesistente con uno nuovo. Laddove c’erano gli uomini di Cuffaro, oggi, ci sono quelli di Lombardo, quelli vicini all’Mpa. Una vera riforma sanitaria in Sicilia, invece, richiederebbe un passo indietro della politica rispetto delle scelte necessarie da fare per migliorare il sistema.
Altri settori “sensibili” come quelli dei rifiuti e dell’acqua sono stati a lungo il braccio amministrativo del sistema clientelare del governo Cuffaro. Oggi in questi settori si sta cambiando passo?
Anche qui vale lo stesso principio. L’acqua pubblica: l’unica vera scelta da fare è che resti un bene comune, ovvero che rimanga di tutti e non privilegiare questa o quell’altra azienda. Non ci sono vie di mezzo. La stessa cosa vale per i rifiuti. Manca un vero piano per la gestione dell’immondizia e lo smaltimento dei rifiuti industriali. Il fatto di aver detto “no” ai termovalorizzatori non è di per se una riforma. La Sicilia, è importante ricordarlo, è il fanalino di coda per quel che riguarda i numeri della raccolta differenziata. Siamo ultimi in Europa, (con il 25%, ndr ) è da questi numeri che dovremmo partire. E non solo, ci sono anche le infrastrutture che tanto servirebbero alla regione. Gli investimenti per migliorarle sono tutti bloccati a causa del progetto per il famigerato ponte di Messina. Un’opera assurda, che non sarà fatta, e che nel frattempo ha già distolto investimenti da quello che invece è il settore chiave per lo sviluppo. Le ferrovie, l’Anas, tutti in questa fase stanno dedicando le risorse economiche ai lavori in vista del ponte e non ai servizi, né ad altre infrastrutture.
Non ci sono riforme soddisfacenti, secondo lei, che giustifichino questo appoggio del Pd alla giunta Lombardo. Allora cosa sta accadendo in Sicilia?
La Sicilia si trova al di sopra di ogni regola di decenza democratica. Lombardo compare qui come il salvatore della patria e a Roma non ha ancora negato il sostegno a Berlusconi. Due diversi atteggiamenti politici, che evidenziano come nei fatti l’Mpa nella capitale garantisca il sostegno a un governo che attacca il Meridione, le politiche per il Sud, in luogo del sostegno al Nord e allo strapotere politico della Lega nella coalizione di maggioranza. Non ci sono riforme né chiarezza, non c’è una prospettiva politica. Quello che il Pd sta facendo con Lombardo, è un “inciucio”. Un tentativo di avere un piccolo “posto al sole”. Il senatore Beppe Lumia, in particolare, dovrebbe spiegare perché alcune cose che valevano per alcuni politici ieri, non sono altrettanto valide oggi (accuse di sostegno a mafiosi, ndr). Sostenere Lombardo significa – non ce lo dimentichiamo – tenere in vita un governo che sino a qualche mese fa, aveva la benedizione di Gianfranco Miccichè, oggi emigrato per tornaconti personali altrove, e dunque di Marcello Dell’Utri. Sono ancora vivide le immagini dei comizi, nei quali, dietro le spalle di Lombardo c’era Miccichè, e i tanti tentativi di comunicazione, fra Berlusconi e Lombardo, intessuti grazie all’esponente di quello che oggi è il Pdl del sud, ovvero dal “delfino politico” di Dell’Utri.
Veniamo all’ultimo dato di cronaca. L‘inchiesta Iblis condotta dal Ros dei carabinieri di Catania evidenzia, fra le altre cose, la presunta vicinanza fra mafiosi, imprenditori e politici. E spuntano nelle intercettazioni telefoniche i nomi dei fratelli Lombardo. Angelo, deputato nazionale, e Raffaele, presidente della Regione. Lombardo è stato eletto dai voti raccolti e indirizzati dai mafiosi?
Dentro l’inchiesta ci sono riscontri ambientali, testimonianze, e molto altro che parlano di contatti fra Angelo Lombardo e i boss. Si parla di una festa per l’elezione di Angelo Lombardo, si parla dei finanziamenti economici di questa campagna elettorale che ha portato alla vittoria dell’attuale presidente della Regione, che stando alle carte, aveva un feudo di voti a disposizione, elemento che si evince anche dalle intercettazioni telefoniche. Non solo, sarebbero state condizionate anche alcune scelte legate al finanziamento di progetti sul territorio catanese. In una parola, c’è l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per il governatore Raffaele Lombardo.
I magistrati della Procura di Catania hanno sino ad oggi negato che vi sia alcun provvedimento a carico del presidente delle Regione Siciliana. Non è cosi?
Se cosi fosse gli avvocati di Lombardo dovrebbero prendere provvedimenti per tutelarlo, visto quello che c’è scritto dentro quelle carte, ormai pubbliche. Quando avvenne qualcosa di simile per Totò Cuffaro, ben prima dei due gradi di processo, delle sentenze, il centrosinistra aveva chiesto a gran voce le dimissioni, facendo notare come fosse incompatibile e inopportuna la sua permanenza in quel ruolo pubblico, quando le indagini parlavano chiaro. Il senatore Beppe Lumia ha – adesso – a disposizione le carte dell’ordinanza di custodia cautelare e può leggerle e valutare.
Un Pdl suddiviso in quasi cinque correnti, spaccato. Cosa sta accadendo in Sicilia?
E’ una guerra fra bande. Personalismi e gestione del potere. Nient’altro.
L’inchiesta Iblis, al di là del coinvolgimento della famiglia Lombardo, in merito al quale si pronunceranno i magistrati della Procura di Catania, racconta dei rapporti fra mafia, politica e imprenditoria locale. Come si volta pagina in Sicilia su questo versante?
Il presidente degli industriali siciliani ha spiegato come se ne esce. Ha indicato la via, la sua presa di posizione contro chi paga il pizzo, quindi contro chi si dice vittima, è stata chiara. Non è questo il destino dei siciliani, né della Sicilia, non è scritto nel nostro Dna l’inevitabilità di questi rapporti. C’è un modo per fare le cose con la schiena dritta, basta applicarlo. Il Partito Democratico, in questo momento in Sicilia, ha messo la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, e non vuol vedere che un’altra alternativa è possibile.
Trackback dal tuo sito.