Da “Iblis” a “Genius”
Tra le pieghe dell’indagine “Iblis”, coordinata dalla Dda di Catania, in grado di mettere in dubbio la stabilità del governo Lombardo, rispunta il nome di una grande azienda romana, la “Safab s.p.a.”. La società, negli ultimi mesi, ha più volte solcato le cronache regionali: all’indagine condotta dalla Dda di Catania si affiancano quelle portate avanti dai magistrati di Caltanissetta. Stando all’inchiesta catanese, i vertici della “Safab s.p.a.” avrebbero richiesto, allo scopo di superare alcuni vincoli burocratici che impedivano la prosecuzione di un importante lavoro nell’area di Sigonella, l’intervento del geologo Giovanni Barbagallo, tra gli arrestati, descritto dagli inquirenti come professionista di fiducia del boss Vincenzo Aiello. Il geologo avrebbe promesso un incontro con i fratelli Lombardo, Raffaele ed Angelo, finalizzato al superamento del problema lamentato dalla società.
A detta di Paolo Ciarrocca, ex responsabile del gruppo romano, l’attesa riunione avvenne solo con Angelo Lombardo, fratello del governatore Raffaele e deputato nazionale dell’Mpa, che indicò la possibilità di un intervento in favore dello sblocco delle necessarie autorizzazioni. Ma quella coordinata dagli inquirenti catanesi è l’ultima di una serie di indagini siciliane che hanno incontrato la “Safab s.p.a.”. Mentre i magistrati etnei proseguono il loro lavoro di approfondimento, quelli nisseni si apprestano a processare proprio i vertici di “Safab s.p.a.”. I fatti si legano all’inchiesta “Genius”: una serie di mazzette sarebbero state versate dai responsabili dell’azienda ad Antonio Castiglione e Santo Giusti, uomini di primo piano del Genio Civile di Caltanissetta. Al centro delle presunte prestazioni comprate, alcune valutazioni di favore che avrebbero permesso alla società di avere la meglio in una controversia giudiziaria sorta con riferimento all’appalto milionario della diga “Disueri” di Gela. A rispondere delle accuse sono i fratelli Luigi e Ferdinando Masciotta, già presidente e amministratore delegato di Safab, Paolo Ciarrocca, sentito nell’ambito dell’inchiesta “Iblis”, e Fabio Vargiu, dipendente del gruppo, insieme agli stessi Castiglione e Giusti. Sia Ciarrocca che Vargiu hanno anticipato al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Caltanissetta la loro volontà di patteggiare la pena.
Ma il fronte dell’inchiesta si è allargato anche ad un altro blitz, denominato “Cerberus”, e messo a segno nell’estate del 2009 dagli inquirenti nisseni. In questo caso, stando all’accusa, la “Safab s.p.a.” avrebbe agito, in Sicilia e non solo, quale referente di alcune società che sarebbero state controllate dal boss di cosa nostra gelese Daniele Emmanuelo. Sub-appalti da milioni di euro, secondo i pm, sarebbero stati affidati dal gruppo laziale ad almeno due società controllate dall’imprenditore Sandro Missuto, ritenuto longa manus del clan Emmanuello di Gela. Anche in questo caso, si attendono gli esiti del processo di primo grado.
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