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Il giornalismo che irride i boss

Di Norma Ferrara il . Sicilia

Dalla Bbc, al quotidiano tedesco Bild, sino alla Cnn. Tanti i giornalisti inviati in questi anni a Partinico, provincia di Palermo, per raccontare quello che accade dietro gli schermi di una piccola tv locale: Telajato. Il perché è presto detto. Nata dieci anni fa, la tv a conduzione familiare  – animata da Pino Maniaci, la moglie Patrizia e la figlia, Letizia – trasmette da un appartamento, in cui  – come ci racconta il giornalista: “la stanza più grande, figuratevi, è il bagno!”. Si tratta di un team giornalistico armato di ironia e notizie scomode che deride mafiosi, denuncia collusi e corrotti, informa i cittadini, con poche risorse ma tanta tenacia. Telejato, grazie ad internet, condivide con il resto del Paese la sua scommessa per una informazione libera, facendo sentire il fiato sul collo ai mafiosi. Ai danni del direttore Maniaci, avvertimenti, intimidazioni e un pestaggio, avvenuto nel gennaio del 2008 da parte del figlio del boss Vito Vitale.

 Ma l’ultima minaccia, dell’ottobre scorso, pesa molto più delle altre. In una lettera, per la prima volta, si fa riferimento anche alla sua famiglia. «Dalle rivelazioni del pentito di mafia, Francesco Briguglio, si è saputo che i capi dei clan avevano dato il loro assenso per farmi fuori  – racconta Pino». Maniaci da tempo denuncia quello che sta accadendo a Partinico, di recente oggetto della riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. «Qui – dichiara – si sta giocando la lotta più importante per gli equilibri al vertice di Cosa nostra. E’ un momento delicatissimo. Si è innescato lo scontro fra diverse cosche». Ma non è solo la faida intestina a portare all’escalation di violenza. «Ci siamo occupati di un bene confiscato  – continua Maniaci – una cava che dopo la confisca è stata affidata a una associazione. Fonti attendibili – prosegue – hanno riferito che agli imprenditori viene imposto di rifornirsi solo da quella cava, in sostanza, il bene è ancora nelle mani della mafia».

Pizzo, attentati, auto incendiate – ricorda Pino – «se ci sono ritorsioni oggi a Partinico è perché qualcuno, comincia dire “no” alle mafie, al pizzo». Dieci anni di lavoro, di sensibilizzazione culturale antimafia, su Partinico e dintorni sono tanti e hanno portato a cambiamenti concreti, sui cittadini, sui mafiosi e i loro familiari. «Noi li prendiamo in giro – conclude Maniaci – il nostro motto è: loro si sentono uomini d’onore? Per noi disonorarli è una questione d’onore». Tanti i giovani volontari che lavorano con Pino, conducono Tg, vanno in giro con le telecamere a raccontare quello che accade. Il 28 novembre si svolgerà “Siamo tutti Telejato” una manifestazione nazionale in sostegno alla tv, cui ha già aderito una vasta rete di associazioni, enti locali, scuole e singoli cittadini. Pino, Letizia e Patrizia, non sono soli, ma a Partinico oggi, continuano a rimanere pericolosamente esposti.

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