Come chiudere un giornale
Fare informazione nel nostro paese
diventerà sempre più difficile. Quello che è rimasto
del giornalismo d’inchiesta viene squalificato e classificato ‘voyeurismo
informativo’. E la pubblica opinione ormai narcotizzata dall’informazione
-spettacolo televisiva ha perso la cognizione di ciò che riveste
pubblico interesse. Questo viene sempre più negato da una concezione
bizzarra e singolare della c.d. ‘privacy’. Sotto il mantello di
questa magica parola ormai si può nascondere di tutto e privare i cittadini
del fondamentale diritto di conoscere. Tutto , però, nasce molti anni
or sono allorquando un legislatore schizofrenico, nel momento stesso
in cui promulgava la costituzione repubblicana, nell’approvare
la nuova legge sulla stampa, prima si dimenticava di abrogare le norme
del codice fascista che stridevano in maniera palese con le nuove libertà
conquistate e, poi, introduceva nella stessa legge istituti liberticidi
che col tempo avrebbero reso conto e ragione del perché il ‘potere’
è lungimirante e oculato nel difendere i suoi interessi. Basti pensare
che accanto al risarcimento del danno non patrimoniale, causato da una
diffamazione (danno che, venendo liquidato in maniera equitativa, comporta
sempre un alta possibilità di valutazione arbitraria, variamente modulata
sulla base della cultura del singolo magistrato), la legge sulla stampa
prevede la possibilità di aggiungere una “riparazione pecuniaria”
ancorata alla gravità della diffamazione e alla diffusione del giornale.
La “mostruosità” giuridica di questo istituto è data dalla disputa
che va avanti dal 1948 sulla sua natura: è un rafforzamento della sanzione
penale o un rafforzamento della sanzione civile ? E accanto a questa
interminabile e inutile disputa nessuno rileva che la vergogna, vera
e tangibile per un paese democratico, sta nel fatto che solo per
chi fa informazione è prevista questa duplicazione singolare e sinistra
di una sanzione ! Per capire cosa significhi e come venga applicata
questa sanzione, sembra emblematica dell’incertezza del diritto che
regna nel nostro paese una recente pronuncia della Corte di Cassazione
che ha annullato una decisione della Corte d’Appello: era stato stabilito
che al criterio della ‘diffusione delle copie’ ben poteva essere
sostituito il criterio dell’autorevolezza della testata ancorché,
a causa della temperie politica, le copie vendute fossero ridotte a
poche migliaia.
Quando si dice la “patria del diritto”
… !
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