Gela: la mafia del cemento
Negli scorsi giorni, la Corte dei Conti, attraverso un’ampia relazione, non ha mancato di lanciare l’ennesimo monito sulla mafia imprenditrice: un’entità che, stando ai giudici contabili, continuerebbe ad investire in settori economici strategici come quello immobiliare. A Gela, la locale Procura della Repubblica ha da tempo messo sotto la lente d’ingrandimento questa dimensione. “Le preziose indicazioni fornite dalla Corte dei Conti -commenta il componente della segreteria regionale della Fillea Cgil Ignazio Giudice – possono rappresentare una novità solo per chi, in questi anni, ha preferito voltare le spalle ad una realtà quotidiana ben chiara sull’intero territorio siciliano, compreso quello di Gela”.
“E’ certamente strano – continua Giudice – che in un periodo di crisi economica come quello attuale non cessi l’apertura di nuovi centri commerciali o il costante passaggio di importanti immobili, quando è la mafia ad agire, grazie ai patrimoni conseguiti attraverso gli affari illeciti, con droga ed estorsioni in testa, difficilmente il mercato potrà mai rispondere a normali parametri di funzionamento”.
La Fillea Cgil, proprio con riferimento alla situazione gelese, chiese, lo scorso anno, l’attivazione di un elenco dei fornitori ufficiali da depositare in Prefettura, finalizzato al monitoraggio dell’intera filiera edile: dai produttori di inerti ai costruttori. “Il vero affare per la mafia sul territorio gelese – ammette invece Giovanni Giudice responsabile della Squadra Mobile di Caltanissetta – è quello connesso al mercato dell’abusivismo edilizio”.
“E’ all’interno di questo settore – continua il dirigente della Polizia di Stato – che si muovono interessi sempre maggiori, soprattutto in un territorio invaso da costruzioni abusive di ogni genere”. Il trasporto degli inerti, la produzione di calcestruzzo, l’assunzione di manodopera in nero: fattori che, secondo la ricostruzione compiuta da Giovanni Giudice, andrebbero a rimpinguare un affare da diversi milioni di euro. Del resto, già qualche settimana addietro, il Procuratore capo di Gela Lucia Lotti non aveva esitato a comunicare preoccupanti dati provenienti dal mercato dell’edilizia “parallela” gelese. Un giudizio conforme alla descrizione fornita dal magistrato giunge direttamente da Angelo Bellomo, a capo del commissariato della Polizia di Stato di Gela.
“Su questo territorio – secondo Bellomo – si deve sempre prestare attenzione, soprattutto in questo particolare momento storico, è inutile nascondere che il settore edile ha spesso fornito copertura a varie operazioni illecite”. Nonostante l’assenza, sul territorio cittadino e su quello della provincia di Caltanissetta, di veri e propri centri commerciali, gli affari per l’edilizia “grigia” continuano a manifestarsi, spesso sulla pelle dei lavoratori, costretti ad accettare dure condizioni.
Sindacati e forze dell’ordine, nei limiti del possibile, promettono di vigilare in maniera attenta: di certo, il numero di piccole e piccolissime imprese impegnate in edilizia non accenna a diminuire. “Il rischio – rivela ancora Ignazio Giudice – è che simili entità societarie, destinate a dissolversi nel giro di poche settimane, siano alla base di giri d’affari indotti dalla disponibilità di capitali assai anomali, spesso frutto di azioni criminali”.
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