NEWS

Sigilli al tesoro dei cirotani

Di D. P. il . Calabria

Ville in Liguria con vista mare, appartamenti, ma anche pompe di benzina e locali pubblici: è un patrimonio valutato sette milioni di euro quello che i carabinieri di Varese hanno sequestrato venerdì scorso a tre esponenti di spicco del cosiddetto ‘locale di Lonate Pozzolo’, un’organizzazione criminale collegata direttamente al potente clan Farao Marincola di Cirò, i cui affiliati in  quell’area della Lombardia avevano messo radici da oltre un decennio. Malgrado già nel marzo scorso la cosca fosse stata duramente colpita da un altro importante provvedimento che aveva portato al sequestro di beni per venti milioni di euro, gli accertamenti patrimoniali non si sono fermati consentendo agli inquirenti di mettere le mani sul resto del patrimonio, fittiziamente intestato a familiari e prestanome. 

Richiesta  dei magistrati

 I nuovi decreti di sequestro, emessi dal Tribunale di Varese su richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano, riguardano due uomini di Cirò Marina: Vincenzo Rispoli, 48 anni, considerato il capo del locale di Lonate Pozzolo, e Nicodemo Filippelli, di 39 anni, oltre al palermitano Emanuele De Castro. Tutti e tre coinvolti nell’indagine condotta dal sostituto procuratore della Dda di Milano Mario Venditti che il 23 aprile dello  scorso anno è sfociata nell’operazione denominata ‘Bad boys’  che ha portato all’arresto di 39 persone, molte delle quali originarie di Cirò, accusate di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, usura, incendio, riciclaggio, rapina, sfruttamento della prostituzione. Secondo gli inquirenti il sodalizio, forte del suo legame diretto con la casa madre di Cirò, era arrivato a controllare gran parte delle varie attività criminose nella zona di Lonate Pozzolo, Busto Arsizio, Gallarate, Malpensa e Legnano e ad acquisire, direttamente o indirettamente, la gestione di attività economiche nei settori del commercio, dell’edilizia e del mercato immobiliare. Gli atti di quell’indagine sono poi confluiti anche nella maxi-inchiesta che nel luglio scorso, con l’operazione ‘Crimine’,  ha portato a 300 arresti tra Lombardia e Calabria. In quell’occasione per  Rispoli, Filippelli e De Castro sono scattati nuovi mandati di cattura.

Attività di riciclaggio

L’elenco dei beni sottoposti a sequestro venerdì scorso ai tre uomini comprende le quote di 2 società operanti nel campo edilizio e immobiliare, utilizzate nell’attività di riciclaggio del danaro proveniente da estorsioni e usura, una stazione di servizio, 2 ville, 6 appartamenti, 4 box, un magazzino, numerosi conti correnti bancari e 2 esercizi commerciali, uno dei quali teatro di numerosi ‘vertici’ tra i componenti dell’organizzazione.  In particolare sono scattati i sigilli alle quote della società Mavisa (già interessata dal precedente sequestro di marzo) e della società Gangi, oltre che ad un distributore di carburanti con annesso bar a Lonate Pozzolo, riconducibili ad Emanuele De Castro. Sempre a Lonate è stata sequestrata una villa nella disponibilità di Nicodemo Filippelli, mentre un’altra villa con vista mare ad Arenzano (Liguria) è stata sequestrata a Vincenzo Rispoli; per quanto riguarda i 6 appartamenti ai quali sono stati apposti i sigilli, uno è riconducibile a De Castro mentre i rimanenti, ubicati tra Legnano, Lonate, Gallarate e Busto Arsizio, a Rispoli; figurano ancora nell’elenco quattro box, un magazzino, numerosi conti correnti, ma anche due locali pubblici: lo ‘Stomp, Live Music Club’ a Legnano e il ‘Billiard Cafè’, a Busto Arsizio, entrambi riconducibili, anche se indirettamente, a Vincenzo Rispoli. Il Billiard Cafè, con una superficie di circa 1000 metri quadrati all’interno della quale si trovano tavoli da biliardo e slot machine, sarebbe  stato utilizzato come ‘ufficio’ dai vertici della cosca. 

I militari dell’Arma nel 2007 hanno ripreso all’esterno del locale Rispoli che dava disposizioni a Emanuele De Castro e Nicodemo Filippelli. Nel marzo scorso a Cirò Marina i carabinieri del comando provinciale di Crotone avevano sequestrato un appartamento, un terreno in località Pirainetto e le quote di un negozio di abbigliamento nella disponibilità di Nicodemo Filippelli, e ancora un immobile a Lonate Pozzolo, uno a Busto Arsizio e uno a Varese, conti correnti bancari, cinque autovetture e una moto d’acqua. A Vincenzo Rispoli  un immobile a Cirò Marina, due autovetture e conti correnti bancari. Le indagini della Dda milanese che hanno portato alla scoperta  del ‘locale di Legnano-Lonate Pozzolo’ hanno preso le mosse dagli omicidi di tre componenti della stessa organizzazione: Cataldo Murano, assassinato a colpi di pistola il 6 gennaio del 2005, Giuseppe Russo, morto il 26 novembre dello stesso anno e Anfonso Murano, ucciso nel gennaio del 2006. La cosca, in particolare, era riuscita a penetrare nel tessuto economico e produttivo della provincia di Varese e di Milano, sotto la guida di Vincenzo Rispoli, che aveva avuto il mandato dallo zio Giuseppe Farao di costituire il nuovo locale di ‘ndrangheta. Rispoli era affiancato da un vertice decisionale, i luogotenenti; sotto di loro c’erano gli associati, costituiti in una componente militare, alls quale è imputata la materiale commissione di atti intimidatori di varia natura e in particolare l’esecuzione di un tentato omicidio. Accanto all’organizzazione più strettamente mafiosa, tuttavia, ce n’era un’altra prettamente criminale, una specie di secondo livello dedito in particolar modo alle estorsioni contro locali pubblici, bar e ristoranti, i cui titolari venivano convinti a pagare con minacce, incendi e azioni contro il patrimonio. Ma non è tutto; l’organizzazione criminale era riuscita, in alcuni casi, a incunearsi nelle attività edilizie e delle intermediazioni immobiliari e non disdegnava neppure lo sfruttamento della prostituzione in locali notturni e le rapine. 

Vita politica ‘infiltrata’

La banda, inoltre, si era specializzata anche nell’usura, con tassi fino al 300 per cento. I fondi per erogare i prestiti il gruppo li prendeva anche dalle rapine: solo nel 2007 sono state undici ai danni di banche e uffici postali tra Legnano e Lonate. Il dato più inquietante emerso dall’indagine, comunque, è quello che riguarda l’infiltrazione nella vita politica; confermata, peraltro da alcuni amministratori della zona come l’assessore all’Urbanistica del comune di Lonate Pozzolo, Danilo Rivolta secondo il quale la forte presenza di cirotani nella passata giunta che ha governato Lonate Pozzolo avrebbe facilitato le entrature di personaggi come Emanuele De Castro o Nicodemo  Filippelli.  “Per  questo alle scorse elezioni – ha spiegato Rivolta – non abbiamo ricandidato alcuni cirotani che avevano partecipato al primo mandato”. Una decisione che a Rivolta, segretario cittadino di Forza Italia, è costata l’incendio dell’autovettura.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link