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Italia, la corruzione dilaga

Di Lorenzo Frigerio il . Istituzioni

Prima l’allarme lanciato dal nuovo
presidente della Corte dei Conti Giampaolino sulla ipoteca
esercitata dalla corruzione
nel nostro Paese e poi il tradizionale
rapporto sulla percezione della corruzione,
pubblicato da
Transparency International
e presentato a Berlino: un colpo dopo l’altro inferto alla credibilità del
nostro
sistema pubblico e una discussione tutta da fare sul ruolo
dell’etica nel settore
pubblico e istituzionale. La Corte dei
Conti aveva quantificato in 70 miliardi di euro la perdita
permanente
sul fronte delle entrate mentre in termini
di prodotto
interno lordo il guasto causato dalla corruzione era di circa 130
miliardi di euro.

Ora arriva il rapporto di Transparency,
il
network mondiale contro la corruzione
(90 associazioni aderenti
e 178 paesi cen
siti ogni anno), che certifica il grado di
percezione della corruzione nella pubbli
ca amministrazione, il Cpi
(Corruption
Perceptions Index).
Quest’anno l’Italia si trova in
67esima
posizione nella classifica mondiale con
3,9 punti, dopo il
Ruanda (4 punti) e pri
ma della Georgia (3,8). Quattro posizioni
in
meno rispetto all’anno precedente (63
posto e 4,3) punti, un lento
declino nella
presa di coscienza dei problemi di corru
zioni,
dissipamento di risorse, inefficienza dei servizi e quant’altro.
Occorre
ricordare che l’indice internazionale di Transparency si basa sulle
notizie
pubblicate dai mezzi di comunicazione
e la conseguente
reputazione che ogni paese si costruisce e serve a misurare
la
percezione della corruzione che imprenditori, manager e altri
opinion leader danno del sistema delle istituzioni pubbliche
di
ciascun paese.
Al vertice quest’anno si trovano Danimarca, Nuova
Zelanda e Singapore (9,3
punti), seguono Finlandia e Svezia con
un
punteggio di 9,2, Canada con 8,9 e
Olanda con 8,8 punti. Fanalino di
coda,la Somalia, terra sfortunata, perché
depredata e in guerra da anni con 1,1 punti
e non poteva essere
altrimenti, visto l’elevato grado di corruzione della classe
politica locale, per lo più composta da leader tribali e militari pronti a
tutto.

La sezione italiana di TI non ritiene il
Cpi dell’Italia
un risultato inaspettato:
«Questo esito non sorprende più di
tanto,
in considerazione dei dodici mesi passati
caratterizzati dal
riemergere di fatti corruttivi, o sospettati tali, a vari livelli
di governo (locale, regionale, nazionale)
e
che ha visto coinvolti sia funzionari che esponenti politici di ogni
schieramento».
Transparency considera il Cpi come l’indicatore
fondamentale per misurare la
«certezza dello stato di diritto in un
determinato paese» e questo chiama in causa il
complesso
dell’apparato pubblico, senza
distinzioni di sorta tra locale e
nazionale.
Occorre quindi tenerne ben conto anche
in una logica di
riforma in senso federalista dello Stato, sulla quale la Lega Nord
in particolare ha fondato tutta la sua azione politica e motiva la
sua alleanza con il
Pdl di Silvio Berlusconi. Dallo scandalo
della
ricostruzione in Abruzzo alle manovre intorno al mercato ortofrutticolo
di
Fondi, dalle grandi opere all’emergenza
rifiuti in Campania,
dalle case comprate
per i ministri della Repubblica – a loro
insaputa ovviamente – per finire alle ville
di questa o quella
alta carica dello Stato, purtroppo non mancano occasioni per sottolineare la perdita di etica
pubblica
nella vita delle nostre Istituzioni.
Non è poi superfluo
precisare, come del
resto fa la sezione italiana di Transparency,
che nella posizione dell’Italia nella classifica di Ti gioca un ruolo
rilevante
il fatto che intere regioni siano, di fatto,
ostaggio
della criminalità organizzata e
altre, come la Lombardia, si
avviino a essere qualcosa di più che una terra di
passaggio, ma una
vera e propria realtà
dove le presenze sono consolidate e fa
sorridere parlare di “infiltrazioni”.

Ecco
perché Transparency
lancia in Italia un
appello alla lotta alla corruzione perché sia una sfida bipartisan, senza
divisioni
tra i partiti; la presidente della sezione
italiana,
Maria Teresa Brassiolo, ha dichiarato che «il cambiamento è un
lungo
percorso che richiede coraggio personale
e collettivo. È un
nostro preciso diritto e
dovere lasciare un mondo migliore e le migliori opportunità alle future
generazioni: ciò non potrà avvenire che partendo dall’impegno
di ognuno, ogni giorno,
in primis
da coloro che hanno
responsabilità maggiori».
Oltre a chiedere la rapida approvazione
di
una legge anticorruzione, Transparency
Italia sposta
l’attenzione sulla sua appli
cazione e soprattutto su
comportamenti
e pratiche che pur non illegali, trasmettono un’idea
negativa di funzionamento
e gestione della cosa pubblica e lancia
un
appello, anche questo bipartisan: «In
questo senso è auspicabile da
parte di tutti gli esponenti politici il maggiore rigore sostanziale e formale».
Parole sante
non c’è che dire, mentre
molto a riguardo ci sarebbe da dire
sulle
ultime notizie che ci catapultano ancora
una volta in quello
che sembra più un
harem di un sultano che l’abitazione del
presidente del Consiglio.

Vai al
sito di Transparency

Vedi la cartina del rapporto

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