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Dallo Stato di diritto allo stato di polizia

di Antirazzisti/catanesi il . Sicilia

In merito alla vicenda umana e giuridica dei 128 cittadini stranieri sbarcati a Catania il 26 Ottobre scorso, le associazioni antirazziste Catanesi esprimono sentimenti di profonda indignazione e aberrazione. Riteniamo che i comportamenti illegittimi e scorretti mantenuti dai rappresentanti territoriali del governo, nonché dalle forze dell’ordine, siano indegni di uno stato democratico.  Sin dalle prime operazioni di intercettazione del barcone, avvenuta con ripetuti spari al largo di Riposto, si è capita la scelta governativa della tolleranza zero alla ripresa degli sbarchi nelle coste siciliane, in violazione delle leggi vigenti e di numerosi trattati internazionali.  Dalla Mattina del 26 alla Sera del 27, 128 cittadini stranieri – tra i quali 46 minori – dichiaratisi palestinesi, sono stati detenuti coattivamente nei locali del Palanitta a Librino.
 
I militanti antirazzisti radunatisi in presidio spontaneo davanti al Palanitta hanno richiesto l’ingresso dei legali appartenenti all’Arci, ente di tutela riconosciuto dalla legge,  o dei legali degli altri enti accreditati: Acnur, Iom e Save the children  per informare i migranti, coinvolti nella vicenda, circa la  possibilità di richiedere la protezione internazionale. La prefettura di Catania ha negato l’accesso per una presunta incompatibilità con le indagini condotte dalla polizia giudiziaria su incarico della Procura. Tuttavia, la mattina del 27 Ottobre, il PM Agata Consoli,  incaricato delle indagini, ha firmato un nulla osta all’accesso dei legali presso la struttura del Pala Nitta, ritenendo insussistenti le particolari ragioni di segretezza addotte in prima istanza dalla Prefettura. Nonostante ciò, quest’ultima , non ha ottemperato al provvedimento del magistrato, motivando verbalmente la decisione sulla base di un presunto “ripensamento”da parte della Procura. 
 
Ad oggi non è stato esibito nessun atto formale che revochi l’autorizzazione del PM Consoli all’accesso dei locali. Riteniamo quanto avvenuto di enorme gravità per le seguenti ragioni: 
    -All’interno del Pala Nitta non abbiamo avuto conferma della presenza né di indagati, i quali erano già stati condotti altrove, né di personale della polizia giudiziaria impegnato nelle indagini. Peraltro, non risultando i locali della suddetta struttura sotto sequestro, non  erano ravvisabili  incompatibilità di sorta rispetto all’accesso dei nostri legali.
     – Il diniego di accesso prolungato ai legali dell’ARCI  e ad altri rappresentanti di enti di tutela – quali l’Acnur, Iom e Save the children  – ha sostanzialmente leso i diritti all’informazione e all’assistenza,  precludendo di fatto ai migranti, e tra loro a minori, la possibilità di richiedere asilo;
     -i 46 minori presenti nella struttura, contrariamente a quanto previsto dalla normativa vigente, hanno pernottato insieme al gruppo degli adulti, in assenza di mediatori, assistenti sociali ed educatori. Questa circostanza impone il sospetto per il quale, tra i cittadini stranieri presenti al Pala Nitta, non circolasse un’adeguata informazione rispetto ai diritti esercitabili dalla persona secondo la legge italiana.  Sotto questo profilo restano  indubbiamente inattese le disposizioni  normative per le quali i minori stranieri non accompagnati devono essere trasferiti presso le comunità preposte entro e non oltre le 24 ore successive  dallo sbarco; Nostri militanti e nostri legali hanno avuto modo di appurare come il trasferimento dei minori sia avvenuto ben oltre le 24 ore dallo sbarco.
     -L’affermazione delle  forze dell’ordine per la quale  tutti gli stranieri presenti all’interno della struttura hanno dichiarato di essere cittadini egiziani, non è stata in alcun modo verificata. Pur tuttavia, siffatta affermazione, non avrebbe in alcun modo pregiudicato il diritto di richiedere la protezione internazionale. 
     – L’ assistenza fornita all’interno del Palanitta, per le informazioni di cui siamo in possesso è risultata sinora molto approssimativa (mancanza di calzature, vestiario, acqua per lavarsi ecc.);
     – 10 stranieri, tra la giornata del 26 e del 27 Ottobre sono stati ricoverati in strutture ospedaliere della città, visitati senza interprete e quindi senza avere la possibilità concreta di esprimere il loro vero malessere fisico  e subito dimessi pur presentando condizioni di salute assai precarie. 
 
     – L’arresto di 19 presunti scafisti di un barcone di media grandezza ci sembra ridicolo
  
     – Ci troviamo in uno stato di polizia che sospende o annulla a suo piacimento i diritti umani, a partire da quello d’asilo (art.10 della Costituzione); nel quale si decide a Roma la nazionalità dei migranti in base ad accordi di riammissione con i peggiori regimi del Nordafrica( Libia, Egitto, Tunisia); impedisce  la verifica del rispetto delle procedure alle associazioni umanitarie indipendenti, praticando espulsioni collettive; tenta di oscurare le sempre più frequenti violazioni dei diritti umani.
 
Alle ore 20 all’arrivo degli autobus il presidio antirazzista ha tentato d’intervenire con un blocco, ma è stato immediatamente caricato dai carabinieri, subito dopo ci è stata offerta dalla Prefettura una “mediazione” basata sulla possibilità di raccogliere con un nostro avvocato, all’aeroporto  Fontanarossa, le procure per difendere i migranti, ma c’è voluto poco per verificare che si trattava di una  ridicola falsità. Il presidio antirazzista si è allora spostato all’aeroporto, bloccandolo per quasi un’ora e denunciando alle centinaia di passeggeri ed ai lavoratori aeroportuali  il crimine contro l’umanità che questo governo razzista stava perpetrando a pochi metri ed in quel momento.
 
Ci facciamo promotori della richiesta di dimissioni del Prefetto  
Firmato

Antirazzisti/e catanesi


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