Catania, diritti negati
«L’espulsione di massa è avvenuta ignorando il diritto di questa gente di chiedere asilo e in violazione degli obblighi dell’Italia nei confronti delle leggi sui diritti umani e sui rifugiati internazionali. Con questa accusa Amnesty International ha chiesto alle autorità italiane l’apertura di un’inchiesta sul rimpatrio in Egitto di 60 migranti, parte di un gruppo di 128 persone sbarcate due giorni fa a Catania con un peschereccio, per verificare se abbiano avuto la opportunità di fare richiesta di protezione internazionale». In un duro comunicato Amnesty afferma: «Vi sono timori che in questo caso nessuno di questi individui, compresi i 60 deportati, abbiamo avuto questa possibilità’».
Le autorità italiane dovrebbero chiarire: «se e come queste persone sono state identificate, se è stata determinata la loro età e le loro possibili necessità di protezione, se sono stati informati del loro diritto di chiedere asilo e se siano state presentate richieste in tal senso». Questi sono solo alcuni degli aspetti non ancora chiari della lunga disavventura dei 128 migranti sbarcati in Sicilia il 26 ottobre scorso. Tutto è iniziato il mattino del martedì quando un peschereccio viene intercettato dalle autorità italiane e fatto sbarcare a Marina di Cottone di Riposto (Ct). Tra loro circa trenta minori, e molti probabilmente palestinesi richiedenti asilo politico. La Procura di Catania, intanto, decide di “portarli” alla periferia sud – ovest della città, trasferendoli al Pala Nitta di Librino. Una struttra non adibita e non adeguata ad accogliere migranti. Lì davanti, da subito, si forma un presidio permanente di cittadini e associazioni umanitarie, per verificare che non sia negato a nessuno il diritto all’accoglienza.
Nonostante le reiterate richieste per poter accedere ai locali, e dare assistenza ai migranti, questa autorizzazione – raccontano i testimoni – è arrivata troppo tardi. Quando finalmente le associazioni potranno incontrarli, infatti, sarà necessaria l’autorizzazione della Prefettura. L’indomani questa verrà negata ai legali dell’Arci, che volevano incontrare i migranti per informarli dei loro diritti e della possibilità di richiedere la protezione internazionale. Save the children e l’UNCHR fanno sapere che è stata impedita qualunque forma di contatto tra i migranti e le associazioni umanitarie accreditate che ne avevano fatto richiesta. Hanno, nella sostanza, impedito che nel rispetto della legge i migranti potessero essere informati dei loro diritti e della possibilità, ove ne ricossero gli estremi, di avviare le procedure per la richiesta di asilo.
Solo in serata, la dottoressa Giuffrè della Prefettura di Catania, ha finalmente, garantito alle associazioni di assistere i cittadini stranieri all’aeroporto di Catania. Questa promessa – affermano le associazioni coinvolte – si è rivelata un ignobile trucco per liberare lo spazio occupato dal presidio e lasciare transitare i pullman. Questo escamotage non ha permesso all’avvocato di incontrare i cittadini stranieri e ha subito provocato una protesta del presidio delle associazioni e dei partiti che dal PalaNitta si è spostata all’aeroporto di Catania, dove si stava disponendo il rimpatrio forzato di una sessantina di immigrati irregolari, ritardato e infine avvenuto con un volo charter diretto al Cairo, in tarda notte.
Per questa ragione l’Arci, la Lega Antirazzista e altre associazioni, partiti e sindacati hanno protestato, con una irruzione nell’aeroporto Bellini di Catania. Il vice-prefetto, Rosaria Giuffrè, direttore dell’Area Immigrazione, ha concesso che l’avvocato dell’Arci, Francesco Auricchella, e un mediatore culturale incontrassero i migranti in attesa di essere espatriati, per confermare o smentire la loro nazionalità. Durante la notte, ad avvenuta conferma della loro provenienza geografica, è poi decollato l’aereo che li ha riportati in Egitto. Le proteste però non si placano.
Oggi pomeriggio si è svolto un presidio dinanzi alla Prefettura di Catania per protestare contro le gravi violazioni di leggi e convenzioni internazionali praticate dal Governo e la pratica delle “espulsioni di massa”.
Gallerie fotigrafica a cura di Ucuntu.org
Il servizio video a cura di Ucuntu.org
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