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Osservatorio sui beni confiscati, il caso di Villa Ferretti

Di Aldo Cimmino* il . Campania

Su Villa Ferretti una pioggia di
finanziamenti. Tra le opere di ristrutturazione e quelle di
riqualificazione, per il bene confiscato posto ai piedi del Castello
di Baia, sono stati stanziati, ad oggi, circa 3 milioni di euro. Una
cifra considerevole specialmente se si tiene conto che dal 2003, anno
in cui effettivamente il bene viene trasferito al patrimonio del
comune, Villa Ferretti attende ancora la determinazione della
destinazione ad uso sociale. La Villa fu sequestrata nel 1995 alla
disponibilità di Giuseppe Costagliola, che l’aveva acquistata
precedentemente nel giugno del 1990 per un importo di 223 milioni di
vecchie lire. Costagliola era il braccio destro di Rosario Pariante,
boss dell’omonimo clan operante proprio nell’area dei comuni di
Bacoli e Monte di Procida. Pariante passerà poi ad essere capo del
braccio armato del clan Di Lauro egemone sul territorio di Scampia. I
due inoltre non sono estranei ai provvedimenti di confisca. Furono
loro sottratti, infatti, sette fondi rustici per un valore di circa
200 milioni di euro. La Villa, che comprende una superficie esterna
di oltre 12 mila metri quadrati e un fabbricato padronale composto da
un piano terra, primo e secondo piano, è stata poi confiscata
definitivamente nel 1997. Fu l’allora sindaco di Bacoli, Antonio
Illiano, alla guida dell’amministrazione di centro-sinistra, a
chiedere, già nel 2000, che il bene fosse effettivamente
riutilizzato a fini sociali. Dunque dal 2003 ad oggi solo proposte di
utilizzo, lavori di ristrutturazioni e richieste di finanziamento in
vista del complesso Ferretti che però sono approdate ad un nulla di
fatto.

Nel verbale di consegna con cui
l’Agenzia del Demanio trasferisce il bene al Comune di Bacoli, si
legge infatti: “L’Agenzia del Demanio, Direzione Centrale Beni
Confiscati (…) ha disposto il trasferimento al patrimonio
indisponibile del Comune di Bacoli (…) per finalità socio
culturali, in particolare per essere destinati a biblioteca, centro
culturale polivalente ad indirizzo musicale espositivo, sala
conferenze e/o congressi, attività archeologiche subacquee in
collegamento con il costituendo Parco Archeologico sommerso di Baia”.
Insomma all’atto della consegna non sembrava che mancassero le idee
per destinare ad uso sociale il bene. Cosi la deliberazione della
giunta comunale di Bacoli n° 20 del 14 maggio 2010, “recependo
appieno” le indicazioni del verbale di consegna, propone di
utilizzare provvisoriamente le aree scoperte di pertinenza di Villa
Ferretti come aree di parcheggio a pagamento. In verità lo stesso
verbale di consegna, nel descrivere tali aeree le indica come utili
per il parcheggio. Ovviamente il riferimento fatto dall’Agenzia del
Demanio non può che riguardare la futura destinazione sociale del
bene stesso, proprio in considerazione delle finalità e dei divieti
prescritti dalla legge sul riutilizzo dei beni confiscati alla
criminalità organizzata. L’ipotesi dunque di un area riservata
alla sosta delle auto, doveva comunque essere servente all’attività
sociale che si sarebbe svolta e non come attività economica a se
stante. Oltretutto nella successiva deliberazione n° 56 del 4 giugno
2010 si legge che la Cooperativa Nuova Amena Baia, che avrebbe
ottenuto in base a bando pubblico la gestione del parcheggio a
pagamento, avrebbe dovuto corrispondere il pagamento di un canone
mensile, stimato in 2.500 euro, alla Casa Comunale stessa,
contrariamente a quanto stabilisce la legge 109 del 1996 che afferma
esplicitamente che il Comune, o altro ente locale, concede il bene in
comodato d’uso gratuito.

Soltanto di recente la nuova normativa,
introdotta dalla legge 50 del 2010 istitutiva dell’Agenzia
Nazionale per l’amministrazione e gestione dei beni sequestrati e
confiscati alla criminalità organizzata, prevede che gli immobili
non ancora assegnati possono essere utilizzati dagli enti
territoriali per finalità di lucro ma i relativi proventi devono
essere necessariamente impiegati per finalità sociali. Sebbene Villa
Ferretti sia priva di una specifica destinazione, non si può fare a
meno di notare che nei progetti presentati dall’amministrazione,
progetti che sono datati luglio 2009, si legge che i lavori
effettuati nel periodo 2000-2006 sarebbero stati funzionali alla
realizzazione di una biblioteca, centro culturale polivalente in
connessione con le attività del Parco Archeologico sommerso di Baia.
Quindi un’ipotesi di destinazione era già stata fatta e non solo
per le parti interne del bene. Oltretutto nessun riferimento
dell’impiego sociale dei proventi ottenuti dalla cooperativa di
servizi Nuova Amena Baia, furono comunque indicati
dall’amministrazione stessa. Al di là del tentativo, comunque
fallito, di trasformare Villa Ferretti in un parcheggio privo di
qualsivoglia fine sociale, l’attuale amministrazione tace, anche di
fronte ad un grave episodio di furto risalente allo scorso agosto. Un
comportamento, quantomeno inadeguato rispetto agli impegni che
sarebbero necessari per gestire un bene confiscato come Villa
Ferretti. Il silenzio della giunta comunale risulta ancora più grave
se si considera che il furto è avvenuto in danno dei locali in
questione dopo che sono stati spesi i soldi del finanziamento
riservato ai lavori di ristrutturazione.

I finanziamenti su Villa Ferretti

Tanti soldi ma apparentemente nessun
obiettivo. I primi finanziamenti che investono il comune di Bacoli
sono quelli concessi per la ristrutturazione del complesso Ferretti
nell’ambito degli interventi previsti dal Programma Operativo
Regionale per il periodo 2000-2006 e nell’ambito del Progetto
Integrato Territoriale Campi Flegrei. Circa 1.500 mila euro furono
stanziati per i lavori di restaurazione svolti dalla Con.Ar.Ed. una
società cooperativa che si aggiudica la gara d’appalto pubblicata
con bando del novembre 2006.

Successivamente il comune di Bacoli
stipula un partenariato con l’Ente Parco Regionale dei Campi
Flegrei al fine di farsi attribuire i fondi del Progetto Integrato
regionale aree protette. Questa volta il finanziamento ammonta a
circa 300 mila euro suddiviso in due trance. 150 mila euro per il
completamento arredi e servizi delle parti interne della villa e
altri 150 mila euro per il completamento degli arredi del pontile.
Risultato, il complesso padronale risulta essere chiuso e
probabilmente privo di arredi interni o comunque in pericolo di
furto.

Al comune di Bacoli, inoltre, viene
assegnato provvisoriamente, in data 19 aprile 2010 un finanziamento
di circa 2 milioni di euro grazie alle possibilità offerte dalla
legge della Regione Campania, numero 1 del 2009, che prevedeva la
presentazione da parte dei comuni di progetti da finanziare
nell’ambito dello sviluppo del settore e degli itinerari turistici
locali. Il progetto presentato dall’amministrazione di Bacoli,
provvisoriamente finanziato, è denominato “Parco di Villa
Ferretti”. I lavori sarebbero dovuti cominciare entro 120 giorni
dalla comunicazione di ammissione al finanziamento datata 30 aprile
2010, in pratica sarebbero dovuti già iniziare.

Sebbene le carte parlino di attrazioni
turistiche e complessi museali, idee che hanno poi attratto a vario
titolo le somme riversate su Bacoli, la Villa Ferretti è un
fabbricato rurale ancora con porte serrate e non vissuto dalla
cittadinanza.

*Pubblicato sul n. 36 de “L’Iniziativa”
mensile di approfondimento e informazione indipendente dell’area flegrea (ottobre 2010)

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