Sindaci sardi: i veri resistenti
A fare l’amministratore in Sardegna ci vuole tanto troppo coraggio. Questa è una delle cose che avrà pensato Marras la notte in cui subì un duplice attentato. Nella notte tra il 23 e 24 settembre scorso il silenzio del piccolo paese del nuorese fu rotto una prima volta da un’esplosione che devastò la sede dell’Eiss, e da tre colpi di fucile sparati contro l’abitazione di Gian Paolo Marras. Così forte lo shock del sindaco tanto da spingerlo a presentare le proprie dimissioni.
La Sardegna è la regione italiana con il più alto numero di attentati e intimidazioni contro gli amministratori. L’isola è l’unica che si è dotata di un’ apposita legge per il risarcimento delle vittime di attentati. Questa volta, però, c’è stata una inversione di tendenza: dopo appena 15 giorni vengono arrestati i responsabili. Gli attentatori sarebbero Maurizio e Yuri Sedda, di Ottana, zio e nipote, e Giampietro Argiolas residente a Silanus. Rincuorato dalla svolta decisiva, nelle indagini, Marras annuncia di voler ripensare alle proprie dimissioni.
Fino a ieri la paura prevaleva sulla voglia di lavorare per il suo paese, oggi il rapporto si è invertito. «Le indagini – dichiara l’agenzia di stampa – hanno portato a un risultato importante che mi orienta verso il ritiro delle dimissioni. Il mio timore, tuttavia, è che siano stati individuati soltanto gli autori materiali, o presunti tali finché le loro responsabilità non saranno confermate da una sentenza. Non avendo mai avuto alcun problema con queste persone, però, non riesco a capacitarmi del fatto che possano aver compiuto un gesto tanto brutale contro di me». Gian Paolo Marras non riesce neppure a immaginare il motivo di tanto odio. In primo luogo esclude dai possibili moventi le assunzioni a tempo nel cantiere forestale che aprirà il 2 novembre. Maurizio Sedda lavora come guardiano alla Legler, o quel che ne resta, azienda che alla luce della crisi versa in cattive condizioni. La moglie, invece, è inserita nella graduatoria elaborata dall’Ufficio del lavoro: quattordicesima, ha già in tasca l’assunzione fin dal mese prossimo. Il nipote Yuri, sesto nella lista dei capi cantiere, dovrebbe ricevere la prima busta paga non più tardi della primavera.
«Al di là dei casi individuali – precisa Marras – con quella graduatoria la mia giunta non c’entra nulla. Il Comitato dei disoccupati ha contestato i criteri stabiliti dalla precedente amministrazione per la certificazione del reddito e noi gli abbiamo dato ragione, chiedendone la modifica». Tutto ciò ha provocato che un attuale disoccupato venisse escluso perché nei due anni precedenti lavorava. Una beffa. Ovvio che i malumori siano cresciuti. Ma tra coloro che sono stati tagliati fuori non ci sono gli arrestati. Qualcosa da capire, quindi, rimane ancora. Traspare evidente, invece, la volontà del sindaco di tornare al suo posto in Municipio. Per sapere se e quando questa volontà si tramuterà in un atto ufficiale dovremmo aspettare le prossime settimane.
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