Di Martino: “non mi sento solo”
Niscemi, Caltanissetta, estremo sud siciliano. Il mese di agosto è stato segnato da incendi e minacce. C’è l’ombra del racket. A settembre viene incendiata l’ auto del sindaco, eletto dopo il secondo scioglimento del Consiglio comunale per mafia. Segnale che la situazione è instabile e pericolosa.
Incendi, minacce all’amministrazione, che sta succedendo a Niscemi?
C’è stato un forte exploit concentrato in tre – quattro giorni che ci ha allarmato. Stiamo all’erta anche se non so quanti di questi casi siano riconducibili a fenomeni estorsivi. Elementi comunque preoccupanti che hanno indotto la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza provinciale da parte del Prefetto. Successivamente a questi episodi nella notte tra il 16 e il 17 settembre c’è stato un atto intimidatorio nei miei confronti, ma anche di tutta la città. Un clima di intimidazione nei confronti di chi, sia il sindaco oppure semplici cittadini, compie il proprio dovere. Niscemi ha risposto bene. C’è stata una pronta reazione grazie alla sensibilità e al lavoro delle associazioni. Qualcosa cambia, la città vuole reagire. Stiamo portando avanti numerosi percorsi con i giovani, iniziati da tempo. Giorno 19 ci sarà l’inaugurazione dell’Osservatorio permanente sulla legalità, voluto dalla città e dalle articolazioni sociali. Quaranta tra associazioni, scuole, parrocchie, commercianti. Uno strumento che servirà a Niscemi per “leggersi”e confrontarsi sui temi della legalità, della convivenza ci-vile, dei diritti.
L’incendio della tua auto è stato il più grave atto intimidatorio nei confronti di un sindaco a Niscemi, il più esplicito. In tanti altri comuni italiani si respira un clima pesante nei confronti di chi amministra, perchè?
C’è una strategia per contrastare quegli amministratori che hanno voluto portare avanti processi politici e amministrativi per contrastare le mafie, sia con azioni semplici che più impegnative, come ad esempio il ripristino del controllo del territorio. Questi attacchi mettono in luce l’esposizione dei primi cittadini. Bisogna evitare che si sentano soli. Io non mi sento solo, c’è una giunta e un tessuto civile che è presente. E’ tuttavia importante che nelle realtà diffcili, dove è complicato amministrare, lo Stato tenga conto che non è possibile che alcuni strumenti, seppur importanti, possano essere applicati in misura stringente. E’ il caso del patto di stabilità. Ad esempio, non posso superare una certa soglia di spesa negli investimenti, altrimenti sforo il patto di stabilità. Tuttavia ci sono le strade da asfaltare, le case popolari da realizzare. Tante risposte che gli amministratori devono dare alla gente, che se non le trova da noi, si rivolge alla mafia. Per creare un ponte verso i cittadini più esposti dobbiamo dare delle risposte ai bisogni primari, ma per far ciò servono mezzi e strumenti che lo Stato deve metterci a disposizione.
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